Papa Francesco ha aperto la Porta Santa al carcere di Rebibbia, un gesto simbolico voluto fortemente del Pontefice per coinvolgere tutta la popolazione carceraria del mondo nel Giubileo della speranza.
Il Papa ha varcato la Porta Santa a piedi :”Ho voluto che la seconda Porta Santa fosse qui, in un carcere. Ho voluto che ognuno di noi, che siamo qui dentro e fuori, avessimo la possibilità di spalancare le porte del cuore e capire che la speranza non delude “. Presenti alla celebrazione, dentro la cappella, circa trecento detenuti e il personale della polizia penitenziaria, anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio, il Capo del Dap Giovanni Russo . Parlando con le tv, all’uscita del carcere, il Papa ha ricordato che “ogni volta che vengo in carcere la prima domanda che mi faccio è perché loro e non io…perché ognuno di noi può scivolare, l’importante è non perdere la speranza, aggrapparsi all’ancora della speranza e aprire, spalancare il cuore e aggrapparsi alla corda dell’ancora”. Il Papa, al termine della messa a Rebibbia, ha salutato uno ad uno i presenti. Molti i sorrisi, il Pontefice ha avuto per ciascuno una parola. Anche il pontefice sembrava molto contento di questo evento che aveva fortemente voluto.
Durante la diretta Rai, commenti sull’evento e sulla situazione carceraria nel nostro paese sono stati fatti dall’irpino Mario Petruzzo, Direttore dell’Ufficio II-Trattamento Penitenziario del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria del Ministero della Giustizia.