Riconosciuti risarcimenti fino a 41.000 euro per il mancato riconoscimento dell’anzianità di servizio e l’abusiva reiterazione dei contratti a termine.
I tribunali italiani continuano a condannare il Ministero dell’Istruzione (MIM) per il trattamento discriminatorio riservato ai docenti precari. Recentemente, il Ministero è stato obbligato a corrispondere un maxi risarcimento a favore di un insegnante: circa 17.000 euro per scatti biennali arretrati e 24.000 euro come risarcimento per l’abuso dei contratti a termine.
La sentenza si inserisce in un quadro più ampio di tutela dei diritti dei lavoratori precari nella pubblica amministrazione. Gli avvocati, come il beneventano Vincenzo Piscitelli, hanno evidenziato come la reiterazione dei contratti a termine sia contraria alla normativa europea, che impone la parità di trattamento tra lavoratori a tempo determinato e indeterminato.
“I tribunali riconoscono l’illegittimità della condotta del Ministero, obbligando al risarcimento per anni di precariato e mancata progressione economica,” spiega l’avv. Piscitelli. “Questa è una vittoria che premia l’impegno del nostro studio legale per difendere i diritti dei docenti.”
Il precariato scolastico è una problematica che coinvolge migliaia di insegnanti in Italia. La sentenza rappresenta un importante precedente, ma secondo l’avvocato Piscitelli è solo una “magra consolazione”. “Il risarcimento non può colmare l’ingiustizia subita dai docenti che vivono per anni nell’incertezza professionale e senza gli stessi diritti economici dei colleghi a tempo indeterminato.”
Queste sentenze, pur non risolvendo il problema alla radice, segnano un progresso nella battaglia contro la discriminazione. Il riconoscimento dell’anzianità di servizio e il risarcimento per l’abuso dei contratti a termine rappresentano un segnale importante per garantire maggiore giustizia e dignità ai lavoratori precari.