Christopher Russo. Lo sport e l’educazione al benessere nell’era digitale

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Christopher Russo, giovane di Montemiletto (AV), dottore in Scienze Motorie (L -22) ed attualmente studente magistrale in scienze della valutazione motorio-sportiva e tecniche di analisi e progettazione dello sport per disabili (L-68).

Ha deciso di approfondire il tema dello sport e della sua importanza nell’era digitale, all’interno del contesto educativo tecnologico.

“Nel mondo odierno, caratterizzato da una crescente digitalizzazione, l’interazione tra sport, tecnologia e educazione sta assumendo un ruolo sempre più centrale.

L’educazione svolge un ruolo fondamentale nella costruzione del “benessere” personale, inteso come benessere individuale costruito attraverso la consapevolezza e responsabilità, le relazioni significative e i sistemi di comunicazioni efficaci. La rete è ormai il terzo ambiente, accanto a quello naturale e sociale, nel quale le persone vivono” – sostiene Russo.

“La letteratura di diverse aree di studio riporta che i social media, in particolare i new social media (come Facebook e Instagram), svolgono un ruolo importante per la società del terzo millennio: di conseguenza questo tema richiede l’attenzione continua anche della comunità pedagogica.

Si possono individuare due rappresentazioni culturali e pedagogiche della rete e degli ambienti multimediali: da un lato una visione critica preoccupata di una possibile manipolazione delle menti e della solitudine personale e sociale; dall’altro, una prospettiva disposta a valorizzare tutte le potenzialità intrinseche, considerandola uno strumento indispensabile per la formazione del sapere personale.

La prima poggia su una doppia analisi critica della rete, vista sia come educazione affidata alla tecnologia, sia come luogo della solitudine individualistica. La seconda si muove nella prospettiva di una “pedagogia virtuale”, grazie alla quale la rete, pur richiedendo cautele, è vista come un ambiente ricco di opportunità di socializzazione, esperienza e apprendimento.

La solitudine o la socialità dell’individuo non sono determinate dalla realtà della rete in sé, né da alcuna proprietà oggettiva a essa riconducibile, ma dipendono dal modo in cui si utilizza Internet e dalle motivazioni dietro il suo utilizzo in un determinato momento.

Per quanto riguarda lo sport, è il contesto educativo e l’intenzionalità legata ad esso, determinata da una consapevolezza e da una coscienza sviluppata da una interpretazione intenzionale educativa del soggetto, a dare alla pratica sportiva significato e valore intrinseco positivo, socialmente condiviso e accettato, orientato al bene della comunità ed al miglioramento delle relazioni sociali tra i suoi membri.

Nella società contemporanea, bambini e adolescenti sono estremamente coinvolti nell’utilizzo delle tecnologie informatiche, il che potrebbe limitare la loro esperienza della dimensione corporea e favorire uno stile di vita sedentario.

I siti web di social media sono ampiamente anche utilizzati dalla popolazione adulta e anziana per trovare informazioni.

Rispetto alle generazioni precedenti, gli adolescenti nati a cavallo del terzo millennio hanno continuo accesso a Internet. La relazione educativa con questo particolare gruppo di individui appare particolarmente complessa, poiché è necessario promuovere un uso consapevole delle tecnologie”.

Continua: “Un numero crescente di esperti del settore educativo ritiene che i social media possano essere uno strumento importante nell’offerta educativa in molteplici forme. Pertanto, coloro che si occupano di educazione non possono ignorare gli aspetti corporei e motori, soprattutto valorizzando una formazione che promuova la socialità attraverso l’attività sportiva.

Sebbene la scuola sia rimasta relativamente inalterata dall’avvento della tecnologia digitale, non si può dire lo stesso della vita dei bambini al di fuori del contesto scolastico. L’infanzia contemporanea è permeata, in molti casi definita e orientata, dai media moderni e dalla vasta gamma di giocattoli mediatici di uso quotidiano collegati ai media, che compongono la cultura dei giovani consumatori contemporanei (videogiochi, telefoni cellulari).

L’investimento attuale nei mezzi digitali richiama l’attenzione sull’educazione ai media. Se vogliamo utilizzare Internet o altri media digitali per insegnare, dobbiamo fornire agli studenti gli strumenti per comprendere e criticare i media stessi.

L’educazione ai media implica una forma di alfabetizzazione critica estesa ai media digitali, che include sia la produzione che la comprensione dei media. Questo approccio potrebbe portare a una visione più coerente e ambiziosa della tecnologia come strumento ludico-formativo.

In conclusione, lo sport può tornare ad essere al centro della cultura e della socializzazione solo se accompagnato da una educazione consapevole della tecnologia. Bilanciare l’uso della tecnologia con l’impegno fisico e la socializzazione faccia a faccia può portare a una vita più equilibrata e soddisfacente per i giovani e per la società nel suo complesso.

Comprendere se i giovani si sentano influenzati dalla tecnologia e in che modo essa influenzi il loro modo di essere è essenziale, poiché può facilitare le relazioni sociali o essere utilizzata per compensare la noia e l’insoddisfazione. Questa comprensione è cruciale poiché può avere un impatto significativo sullo sviluppo sociale, emotivo e comportamentale dei giovani.

Pertanto, è importante adottare un approccio equilibrato che riconosca i benefici della tecnologia mentre si affrontano le sfide associate al suo uso eccessivo o poco salutare”; così conclude Russo.