Earthrise di Michele Zarrella

605

Earthrise, Sorgere della Terra è il nome dato alla foto AS8-14-2383HR della NASA scattata 56 anni fa da William Anders. Era il 24 dicembre 1968 durante la missione Apollo 8. Questa è la foto più riprodotta della storia dell’umanità. È una foto importante perché è la prima foto a colori del nostro pianeta che sorge sopra l’orizzonte lunare. È una foto importante perché ci fa vedere la bellezza della Terra e la sua fragilità nell’immensità dello spazio nero. È importante perché questa immagine ci fa intuire la dinamicità del sistema solare ma anche l’idea di Terra-casa. È bella questa foto perché ci fa vedere che il nostro pianeta è una piccola sfera colorata che ruota su sé stessa e, insieme al suo satellite, spiraleggiando, orbita intorno al Sole.

Questa foto ci fa capire l’unicità di questo pianeta che, rispetto a tutto quello che abbiamo visto nell’Universo, è il solo capace di ospitare la vita. Vita che dipende dalle piante. Anche se il colore prevalente è il blu dell’acqua e il bianco delle nuvole la vita di noi, animali, dipende dal verde delle piante. Perché l’acqua è stata trovata su Marte, sulla Luna, e anche su altri satelliti del sistema solare. Senza le piante la Terra sarebbe sterile, come tanti altri corpi celesti che pure hanno l’acqua. Sono loro che permettono al ns pianeta di essere l’unico luogo che conosciamo in grado di ospitare la vita.

Le missioni lunari ci hanno permesso di vedere per la prima volta la Terra da un’altra prospettiva e scoprire che il mondo che ci è vicino lo comprendiamo meglio solo se visto da lontano: le sue risorse sono limitate. Ora l’umanità non può continuare a vivere pensando di sfruttare un pianeta infinito, con risorse inesauribili e pertanto eternamente consumabile. Adesso nessuno può ignorare la nostra fragile realtà. Il primo sbarco sulla Luna, questo evento incredibilmente arduo dato al 50% di probabilità di successo, il superamento di un altro limite da parte di questo perenne Ulisse proteso sempre verso il nuovo, ci ha fatto vedere che la Terra è una piccolissima biglia bianca e blu nel sistema solare, un granello di sabbia nell’immensità della Via Lattea che è una delle centinaia di miliardi di galassie dell’Universo. Il primo e i successivi viaggi sulla Luna ci hanno fatto vedere quello che sapevamo: la nostra casa è una piccola biglia dispersa come un relitto nell’universo, come ha detto il filosofo Günther Anders, e ci hanno fatto capire visivamente la sua unità, unicità e fragilità. Il nostro pianeta è tanto piccolo che dalla Luna può essere nascosto dietro al pollice verso l’alto del braccio proteso.

Pertanto presa coscienza dell’unità, dell’unicità e della piccolezza del nostro pianeta, dobbiamo aver cura dell’equilibrio dinamico raggiunto dalla nostra biosfera che è l’unico in grado di tutelare la vita animale e permettere all’uomo di affrontare la lunga traversata verso il futuro e la possibilità di continuare ad averlo. E per averlo dobbiamo proteggere le piante, eliminare gli sprechi, ridurre la insostenibile impronta ecologica, l’inquinamento degli ecosistemi, il riscaldamento globale, la sovrappopolazione e, con sapienza e sobrietà, riuscire a immaginare nuovi equilibri e nuova attenzione ai valori umani e alla sostenibilità, con un mix di cultura, di solidarietà, di innovazione tecnologica e di energie rinnovabili che permetta di risolvere l’equazione di sviluppo e modernizzazione.

 

Presidente di Astronomia Moderna