Al Pac di Milano il Metal Panic, mostra-cantiere di Maloberti

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Un fucile può diventare un invito alla pace se le sue canne sono usate uno strumento a fiato: succede in Metal Panic, composizione musicale e installazione artistica che dà il nome alla più importante personale dedicata a Marcello Maloberti, in programma dl 27 novembre al 9 febbraio al Pac di Milano.
Proprio Milano è uno dei protagonisti dell’esposizione, curata da Diego Sileo promossa dal Comune di Milano – Cultura e prodotta dal PAC e Silvana Editoriale, che è stata pensata come un libro d’arte ma anche come una sorta di cantiere aperto, che include lavori a partire dagli anni Novanta, opere recenti e anche realizzare (o reinterpretate) per gli spazi del Pac.

D’altronde “la mia Milano – racconta – non è mai conclusa, come il Duomo che è un’eccellenza del bello ma sempre da sistemare. È una città in cui credo molto”. E il Pac “è il primo museo di arte contemporanea che ho visto. È lo spazio che ho visitato di più ed è l’unico spazio di arte pubblica contemporanea pubblico a Milano”.
Proprio pensando allo spazio del Pac è stata immaginata l’esposizione. All’esterno ad accogliere i visitatori è ‘Cielo’, installazione performativa che capovolge il punto di vista dell’osservatore con una scritta ribaltata al neon posta a venti metri d’altezza e sorretta dal braccio meccanico di un camion.
All’interno a essere capovolto è ‘M’ (iniziale di Mussolini) un cartello stradale con l’indicazione Milano che pende, a testa in giù dal soffitto. Tilt è un enorme guardrail posato su frammenti di marmo invade lo spazio, mentre Sironi è una nuova opera della serie Vir Temporis Acti iniziata nel 2016, in cui i frammenti sparsi a terra sono immagini di opera dello stesso, milanesissimo, Sironi.
Anche le didascalie con i titoli del lavori sono opere. “Non mi piace imporre una lettura, è fascista” dice. Ironia e critica, o meglio, analisi della società sono ingredienti.
Accade in ‘Metal panic’ video installazione che ‘esegue’ una composizione di 50 minuti per fucile, composta da Pasquale Savignano.
Otto neon di diverse dimensioni danno forma a “Martellate” (2024), un progetto che Maloberti porta avanti da più di trent’anni e che racchiude alcuni degli slogan filosofici, degli aforismi e delle poesie più celebri dell’artista come ‘Le montagne sono i denti di Dio’. Al piano superiore La vertigine della signora Emilia è costituita da una bandiera italiana che si prolunga per metri diventando una tovaglia a quadretti, mentre Petrolio è una installazione con oltre 270 volumi dell’ultima opera di Pasolini aperti alla stessa pagina con un coltello come segnalibro.
Una sala riporta alcune delle sue prime opere come ‘Famiglia reale’, fotografia di sua mamma e nonna con addosso abiti cuciti dalla prima (con la stessa fantasia a scacchi delle tovaglie).
“A loro due – conclude – è dedicata la mostra”