Grottaminarda: Condanna per una Maestra, Due Anni e Quattro Mesi per Maltrattamenti Sui Minori

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Grottaminarda: Condanna per una Maestra, Due Anni e Quattro Mesi per Maltrattamenti Sui Minori

Altri casi simili si sarebbero registrati in altri istituti superiori della Valle Ufita

Nella cittadina di Grottaminarda, un episodio di violenza e maltrattamenti nei confronti di minori ha portato alla condanna di una maestra, già insegnante di musica e altre discipline presso una scuola elementare. La donna è stata ritenuta colpevole di aver maltrattato due bambini di soli sette anni, a seguito di un procedimento penale che ha messo in luce dettagli inquietanti sulla sua condotta in aula.

Le indagini sono emerse da testimonianze raccolte da genitori e colleghi, che avevano notato un cambiamento nel comportamento dei bambini, segno di un disagio che ha spinto a segnalare la maestra alle autorità competenti. Durante il processo, sono stati ascoltati diversi testimoni, incluse le vittime dei maltrattamenti, il cui racconto ha messo in evidenza il clima di terrore instaurato dalla maestra. Secondo le testimonianze, l’insegnante si è ripetutamente rivolta ai bambini con frasi degradanti e minacciose, come: “Tu non ti meriti di vivere. Ti do un calcio, ti faccio saltare i denti,” e ulteriori insulti come, “è ciuccio e non capisce niente”. Tali affermazioni, del tutto inaccettabili nel contesto educativo, rivelano una grave mancanza di rispetto e professionalità, elementi essenziali per la figura di un insegnante.

La situazione è poi degenerata ulteriormente, con episodi specifici di violenza fisica. La maestra, per esempio, strattonava i bambini costringendoli a sedersi con violenza al loro posto. Ci sono stati casi in cui afferrava un bambino per la testa, facendolo cadere con violenza e schiaffeggiandolo. Questi comportamenti, peraltro inaccettabili in qualsiasi ambiente, risultano ancor più gravi in un contesto educativo, dove gli insegnanti hanno la responsabilità di creare un ambiente sicuro e stimolante per i loro alunni.

Alla luce di queste evidenze, il tribunale di Benevento ha pronunciato la condanna della maestra un’insegnante dell’Istituto scolastico “Lazzaruolo” di Grottaminarda, a due anni e quattro mesi di reclusione. Oltre a questo, la corte ha stabilito che pratiche punitive dovranno essere attuate, con il pagamento delle spese processuali e un risarcimento di 3.200 euro per danni patrimoniali e non patrimoniali, somma che dovrà essere liquidata in un’istanza successiva. La parte civile è stata rappresentata dagli avvocati Raffaella Giada Castaldo e Nicola Covino, che hanno sostenuto la causa delle vittime, richiedendo giustizia e riconoscimento per il danno subito.

La difesa invece, rappresentata dall’avvocato Carmine Monaco, ha cercato di discolpare la maestra, ma le prove presentate hanno confermato la gravità delle sue azioni. La decisione del tribunale segna un importante passo nella lotta contro la violenza e il maltrattamento nella comunità scolastica, evidenziando l’importanza di un ambiente educativo sano e rispettoso per tutti gli studenti.

Questo caso solleva interrogativi importanti sull’adeguatezza della formazione e della selezione del personale nel mondo dell’educazione, sottolineando la necessità di monitorare attentamente il comportamento degli insegnanti e garantire che i bambini possano crescere e apprendere in ambienti privi di violenza e intimidazione. La sentenza, inoltre, rappresenta un segnale chiaro sulla tolleranza zero nei confronti di condotte intimidatorie e violente verso i più vulnerabili della società.

Un caso che deve esortare tutti a denunciare i casi di imposizione ed abusi di potere quando si verifica da parte del personale scolastico e soprattutto dei docenti che, come in questo caso ed in altri casi registrati in passato, risultano inadeguati allo svolgimento di una professione delicata e fondamentale per il contributo alla crescita ed alla formazione dell’alunno e del futuro cittadino.

Un’esortazione generale per tutte le scuole d’Italia dove purtroppo si sono verificati episodi incresciosi, e per il personale preposto ai controlli, che dovrebbe svolgere con maggiore efficacia i dovuti controlli, come prevede il quadro normativo sulla vigilanza scolastica.

La sentenza , come si suol dire “ha dato fiato alle trombe” di alcuni genitori della Valle Ufita che sarebbero pronti a scendere sul sentiero di guerra per denunciare altri abusi che si sarebbero registrati in alcune scuole superiori, dove un docente più volte segnalato, avrebbe creato un clima di terrore nei confronti degli alunni, apostrofandoli con un linguaggio da trivio, simile a quello utilizzato dalla docente condannata dal tribunale di Benevento.