M.A.P.S. (Movimento attivo politico e sociale) – autonomia differenziata

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Con l’approvazione del Ddl Calderoli si confermano i pericoli di sostenibilità finanziaria a livello nazionale e di iniquità tra territori.

Una valutazione corretta deve necessariamente utilizzare quale parametro normativo la Costituzione.

Ai sensi dell’articolo 116, terzo comma prevede un catalogo molto ampio di funzioni pubbliche, oggi esercitate dallo stato in termini di potestà legislativa e amministrativa, potenzialmente decentrabili a richiesta delle singole regioni. La frammentazione delle competenze in alcuni ambiti di intervento pubblico di primaria rilevanza che deriva da un consistente decentramento a favore di singole regioni produrrà gravissime inefficienze economiche, ridurrà la trasparenza delle politiche pubbliche per i cittadini, renderà piuttosto difficili le scelte delle imprese che operano su scala sovraregionale, che dovrebbero confrontarsi con assetti regolativi differenziati sul territorio.

Il disegno di legge Calderoli avrebbe dovuto fissare quantomeno una cornice normativa per assicurare un’attuazione ordinata e graduale al quadro costituzionale potenzialmente produttivo di grandi instabilità.

Viceversa la nuova legge non va molto più in là di una serie di generici auspici, lasciando indeterminata una serie di aspetti fondamentali del rapporto tra stato e regioni richiedenti. In particolare, per quanto riguarda il meccanismo di finanziamento delle funzioni aggiuntive, l’ormai legge si limita ad affermare il principio che l’attuazione del decentramento asimmetrico non debba comportare maggiori oneri a carico della finanza pubblica e non comprometta le risorse pubbliche disponibili nei territori che non attiveranno l’autonomia differenziata.

Provando a spiegarla come in un racconto…

Il Professore (La maggioranza) è cosciente delle debolezze di alcuni alunni, sono strutturalmente più fragili, per quanto concerne la sanità, la scuola, il trasporto pubblico, hanno minore capacità fiscale per abitante e di spesa, una pubblica amministrazione meno efficiente delle altre, un territorio più insidioso.

Il Professore ne è cosciente, la pedagogia gli imporrebbe di sostenere quegli alunni, di riservagli i primi banchi, affinché possano esprimere le loro potenzialità.

Ma il professore deve tener conto di alcuni calcoli, di alcune strategie, di alcuni accordi, e relega gli alunni più fragili agli ultimi banchi, cosciente delle loro fragilità, già note, che aumenteranno, fino a renderli ancora più deboli, emarginati, morenti.

Il professore sa di lì a poco di ricevere gli applausi del corpo docenti.

Ma il professore non potrà sottrarsi al giudizio inflessibile della Storia, che lo ricorderà come il professore che mise in un angolo il Bambino più fragile, il nostro SUD!

Dumas diceva che: “Per quanto la maschera sia ben fatta, si arriva sempre, con un po’ di attenzione, a distinguerla dal volto.”