Sant’Angelo Dei Lombardi: tra storia, tradizioni e religiosità popolari. L’Incoronata

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Sant’Angelo Dei Lombardi: tra storia, tradizioni e religiosità popolari. L’Incoronata
Torna per questo fine settimana la festività in onore di Maria S.S.dell’Incoronata
Il culto verso la Madonna dell’Incoronata nasce nell’anno 1001, quando nelle campagne della città di Foggia, appare sopra un albero la Madonna, con una corona in testa, ad un contadino che lavorava nei campi con delle mucche.
Da allora, il culto per la Madonna dell’Incoronata di Foggia è cresciuto sempre di più e si è molto diffuso tra i fedeli del sud d’Italia e in particolare tra i contadini abitanti nelle campagne e dediti all’agricoltura. Infatti, nelle città e nei paesi la cappella o la chiesetta dove si venera il culto dell’Incoronata è collocata quasi sempre in campagna o comunque fuori le mura.
La Madonna dell’Incoronata, in genere è festeggiata nel mese di aprile, comunque in primavera. A Sant’Angelo dei Lombardi ove il culto è molto diffuso è festeggiata l’ultimo fine settimana del mese di aprile.
La vigilia della festa, il venerdì sera, l’immagine, o la statua della Madonna è portata in processione in Cattedrale, il giorno dopo, il sabato mattina, sempre in processione, torna alla sua cappella.
A Sant’Angelo dei Lombardi la Madonna dell’Incoronata è venerata in contrada Cona, a circa 4,5 Km dal centro cittadino, dove si trova una Chiesa a lei dedicata e dove, tra l’altro, il 19 settembre di ogni anno si festeggia anche San Gennaro. La festa dell’Incoronata è la prima festa religiosa dell’anno e segna l’arrivo della primavera.
Nella tradizione popolare, le feste religiose come questa, sono anche l’occasione per ringraziare la fine dell’inverno trascorso senza grossi danni o lutti nelle famiglie e nella comunità, nello stesso tempo sono l’occasione per invocare future grazie e protezione, auspicando raccolti abbondanti e buona produzione agricola, nonché per festeggiare la fine dell’inverno e l’inizio della nuova stagione con il ritorno del bel tempo e la ripresa dell’ attività produttiva.
Nella concezione popolare, in passato, questo passaggio di stagione era visto come il travaso dalla notte al giorno, nella fede tradizionale e popolare, la notte rappresentava il peccato,la morte ed il giorno, la luce, rappresentava la salvezza. Pertanto la festa dell’Incoronata, nella religiosità popolare, semplice ed umile, significava anche il passaggio dalla morte alla vita. Infatti, era la festa della gioia, della speranza, del rinnovarsi e rigenerarsi della natura.
I contadini del luogo, invocavano la protezione dell’Incoronata e la sua intercessione per abbondanti raccolti e buona salute,nonché per
ringraziare delle grazie ricevute; preparavano degli archi infiorati portati dalle verginelle, cioè ragazze non ancora sposate: tutto questo era un modo per offrire alla Madonna la purezza dei fiori e quella delle bambine.
Il corteo processionale era aperto dalle bambine che ostentavano vestiti a festa “lindi e pinti”, con gli archi infiorati, poi a seguire c’erano le ragazze più grandi, poi ancora i chierichetti ed i sacerdoti che, precedevano la statua. Quest’ultima, era accompagnata dai soci della società cattolica, dalla banda musicale e dai fedeli. Il venerdì sera la processione era accompagnata dal suono della piccola campanella della chiesetta, mentre il sabato mattina questa faceva ritorno alla cappella dell’Incoronata tra suoni di campane a festa del grande ed irto campanile della Cattedrale, tra scoppi e spari di fuochi pirotecnici, con la banda musicale al seguito.
I fedeli del centro, partecipavano alla processione fino a San Rocco, altri fino a San Pasquale o sotto la Madonnella, per poi tornare a casa per Santa Maria, passando sotto il muro delle “monache”. Pochi completavano l’intero percorso. I fedeli della zona, dopo le fatiche della lunga processione, si ritempravano con dei pranzi più importanti e con un buon bicchiere di vino; spesso contendendosi tra di loro, il parroco, i canonici e i personaggi più importanti del paese.
La domenica era riservata a quelli “del paese” cioè quelli del centro che, approfittavano dell’occasione per fare il pic-nic, cioè pranzavano nei campi intorno alla chiesetta, vicino a fontane e sorgenti. Si andava all’Incoronata a piedi, famiglie intere, vicini di casa e di quartiere, compagni di scuola, tutti insieme ci si incamminava cantando canzoni, raccontando fatti e aneddoti, improvvisando per strada giuochi.
Comunque si scopriva, si guardava e si ammirava il paesaggio circostante e la natura. In occasione di questa prima uscita della stagione, nascevano anche i primi amori, i primi fidanzamenti, si scoprivano le prime passioni e si animavano le speranze di una lunga vita futura, tra i giovani e gli anziani. La gente, si sentiva comunità e viveva lo stare insieme come un modo piacevole, e con un forte senso di appartenenza ai luoghi, agli usi e tradizioni, sentendoli tutti questi parte integrante del proprio essere.
Una regola non scritta, ma da tutti osservata, era quella di effettuare tre giri intorno alla cappella dell’Incoronata, prima di entrarvi. Tre giri era il tempo strettamente necessario per recitare diverse preghiere, a volte un intero rosario, così, nella simbologia popolare, la fatica dei giri e le preghiere unite alle invocazioni e richieste di perdono, per i peccati, aiutavano a purificare le persone rendendole più idonee all’accesso in Chiesa.
Oggi la società del benessere e del consumismo, ha notevolmente cambiato gli usi ed i costumi della gente. Oggi alla festa, dell’Incoronata, si va in macchina, si guarda distrattamente la natura circostante, si cammina con l’auricolare del cellulare e dell’I-POD, dimenticando di essere insieme agli altri e cercando “eterei contatti”per sentirsi meno soli, quando basterebbe solo alzare lo sguardo, guardarsi intorno per scoprire
l’umanità e la natura che ci circonda e sentirsi parte integrante di un mondo meraviglioso,la nostra terra, con la sua gente,la tua casa che è tutta la tua famiglia!
Tony Lucido