Unams Avellino, successo per il Bonus docenti. Intervista all’Avv. Famiglietti

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Unams Avellino, successo per il Bonus docenti. Intervista all'Avv. Famiglietti

1. Qual è stata la motivazione principale del Tribunale di Roma nel riconoscere il
diritto del ricorrente ad ottenere la fruizione della carta docente?

Tutte le sentenze sino a questo momento emanate dai Tribunali italiani relative a ricorsi patrocinati dallo studio legale, non solo quella del Tribunale di Roma, cito a titolo esemplificativo quelle dei Tribunali di Benevento, di Latina e di Modena, hanno in comune come motivazione principale il principio di non discriminazione tra docenti di ruolo e docenti “precari”.

Tutte le decisioni hanno preso origine dalla sentenza del Consiglio di Stato n. 1842/2022, la quale stabilisce che in materia di formazione del personale docente, l’Amministrazione statale ha l’obbligo di fornire a tutto il personale, senza alcuna distinzione tra docenti a tempo indeterminato e a tempo determinato, “strumenti, risorse e opportunità che garantiscano la formazione in servizio”.

Dopo questa decisione del Consiglio di Stato, anche la Corte di Giustizia UE, con sentenza n. 450 del 18.5.2022, ha affermato che nella normativa nazionale non può esserci una norma che riserva al solo personale docente a tempo indeterminato del Ministero dell’istruzione, e non al personale docente a tempo determinato di tale Ministero, il beneficio di un vantaggio finanziario dell’importo di 500 euro all’anno, concesso al fine di sostenere la formazione continua dei docenti e di valorizzarne le competenze professionali.

2. Quali sono i criteri che il Ministero dell’Istruzione e del Merito utilizza per decidere chi può beneficiare della carta docente?

Nelle controversie in questione, si dirime se tra le parti in causa il bonus annuale di € 500,00 rientri o meno nelle “condizioni di impiego” ai sensi della clausola 4, punto 1, dell’accordo quadro.

Il Ministero propone un’interpretazione letterale e restrittiva di questa disposizione, valorizzando l’originaria dichiarata finalità di aggiornamento e formazione della somma di € 500 di cui all’art. 1 comma 121 della L 107/2015, e di conseguenza non lo riconosce ai docenti non di ruolo, mentre i ricorrenti fondano la propria domanda su una interpretazione estensiva della disposizione, in quanto la clausola 4, punto 1, dell’accordo quadro mira ad applicare tale principio ai lavoratori a tempo determinato, al fine di impedire che un rapporto di impiego di tale natura venga utilizzato da un datore di lavoro per privare questi lavoratori di diritti che sono riconosciuti ai lavoratori a tempo indeterminato.

 3. Come è stato possibile dimostrare che il ricorrente aveva diritto alla fruizione della carta docente nonostante fosse stato precario per gli ultimi due anni scolastici?

I ricorsi sono impostati in modo tale da far stabilire dal Tribunale che il Ministero
non possa determinare una formazione “a doppia trazione”, ossia quella dei docenti di ruolo, la cui formazione è obbligatoria, permanente e strutturale e quindi sostenuta sotto il profilo economico con l’erogazione della Carta, e quella dei docenti non di ruolo, per i quali non vi sarebbe alcuna obbligatorietà, e, dunque, alcun sostegno economico.

Tale sistema viene a collidere con le disposizioni costituzionali degli artt. 3, 35 e 97 della Costituzione, scontrandosi con l’esigenza del sistema scolastico di far sì che sia tutto il personale docente (e non solo quello di ruolo) a poter conseguire un livello adeguato di aggiornamento professionale e di formazione, onde garantire la qualità dell’insegnamento complessivo fornito agli studenti.

4. Quali sono le implicazioni di questa sentenza per gli altri precari che si trovano nella stessa situazione del ricorrente?

In seguito alle sentenze di accoglimento dei Tribunali aditi, tutti i docenti con
contratto a tempo determinato potranno rivolgersi al sindacato per tutelare i propri diritti e per vedersi riconosciuto il bonus.

Per chi non lo avesse già fatto, consiglio vivamente a tutti i docenti con contratto a tempo determinato, di rivolgersi al sindacato Federazione Gilda UNAMS settore scuola o allo studio legale dell’avv. Alfredo Famiglietti, dove potranno avere tutte le informazioni necessarie per procedere alla tutela dei loro diritti.

5. Quali sono le possibili conseguenze che il Ministero dell’Istruzione e del Merito potrebbe affrontare a seguito di questa sentenza?

Va ricordato che la Carta docente può essere utilizzata per l’acquisto di libri e di
testi, anche in formato digitale, di pubblicazioni e di riviste utili all’aggiornamento
professionale, per l’acquisto di hardware e software, per l’iscrizione a corsi, per
attività di aggiornamento e di qualificazione delle competenze professionali, a corsi di laurea inerenti al profilo professionale, ovvero a corsi post lauream, master universitari inerenti al profilo professionale, per rappresentazioni teatrali e cinematografiche, per l’ingresso a musei, mostre ed eventi culturali e spettacoli dal vivo, ad altre attività di formazione e per l’acquisto di servizi di connettività al fine di assolvere l’obbligo di effettuare attività professionali a distanza.

Il Ministero avrà, dunque, l’obbligo di fornire a tutto il personale docente, senza alcuna distinzione tra docenti a tempo indeterminato e a tempo determinato, “strumenti, risorse e opportunità che garantiscano la formazione in servizio” e dovrà accreditare l’importo di €. 500,00 annui a tutti i docenti.

6. Quali sono le prospettive future per i precari che desiderano ottenere il
riconoscimento della carta docente?

Ottenuto il riconoscimento del bonus, gli insegnanti “precari” avranno diritto ogni
anno ad ottenerlo con il caricamento sulla carta docente dell’importo di €. 500,00 annui e potranno decidere come investire il bonus ricevuto in formazione professionale.

7. Quali sono le altre battaglie legali che lo Studio Legale Avv. Alfredo Famiglietti
sta combattendo nel campo dell’istruzione?

Lo studio si occupa a 360° della tutela dei lavoratori nel mondo della scuola; a titolo di esempio cito i ricorsi per la ricostruzione della carriera per chi ha prestato servizio nelle scuole paritarie; i ricorsi al TAR per il riconoscimento in Italia dei titoli di abilitazione conseguiti all’estero; il ricorso per ottenere il recupero degli scatti stipendiali del periodo pre-ruolo e, infine, il ricorso per ottenere il risarcimento del danno per l’abusiva reiterazione dei contratti a termine oltre 36 mesi.

8. Quali sono le principali sfide che gli avvocati devono affrontare quando si tratta di difendere i diritti dei precari nel settore dell’istruzione?

Le questioni che scoraggiano maggiormente sono quelle relative ai diversi orientamenti giurisprudenziali e di interpretazione delle norme da parte dei Tribunali, come, ad esempio, avviene per il riconoscimento delle abilitazioni conseguite dopo un percorso di studio all’estero.

 9. Qual è l’importanza di queste vittorie legali per la tutela dei diritti dei lavoratori precari nel settore dell’istruzione?

Queste sono battaglie che danno giustizia e soddisfazione e che devono essere portate avanti senza indugio, in un sistema come quello scolastico che troppe volte ha considerato i docenti precari come quelli “di riserva”, violando i diritti dei lavoratori sanciti dalla nostra Costituzione.

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