In un vortice culturale, tra politica, giornalismo, scuola, cinema e quant’altro, davvero tante le riflessioni sulla ricorrente tematica della Violenza sulle Donne che, proprio qualche giorno fa in data 25 novembre, ha notificato ancora una volta la sua Giornata Internazionale.
Quest’anno, la rievocazione del tema è stata particolarmente sentita per la nazione italiana, per via dell’ultimo e recente episodio di femminicidio, che ha visto la morte della giovanissima studentessa Giulia Cecchettin per mano del suo ex fidanzato Filippo Turetta.
Tra le tante espressioni di pensiero, c’è anche quella irpina dell’Ing.Rocco Granese (Montella(AV), classe 1949) Scrittore ed autore di due romanzi come ”La Storia di Roberto” e ”Seminaristi”, rispettivamente per BookSprint Edizioni e Altromondo Editore.
”Purtroppo ho l’impressione che in Europa ed in particolare in Italia, troppo spesso emerge una cultura patriarcale e di possesso nei confronti della donna. L’area occidentale si sta, in questo senso, ”islamizzando”, generando un grande pericolo, innanzi al quale la nostra nazione non sembra avere o maturare gli anticorpi per opporsi”.
Sono queste le parole con cui apre la propria riflessione l’Ing.Granese, secondo il quale è necessario eliminare ogni segnale di violenza in ogni ganglio sociale, professionale, amichevole e sentimentale.
In merito al collegamento scolastico che, in questi giorni è stato particolarmente evidenziato, Granese, che si avvale anche dell’esperienza lavorativa di Docente, sostiene che la scuola possa perfettamente coadiuvare l’azione formativa della famiglia, ma senza sostituirla.
”L’educazione spetta primariamente ai genitori, che devono condurre a scuola i propri figli già beneducati al rispetto dei ruoli e delle persone in genere, in particolar modo delle figure delle donne, che possono essere madri, figlie, fidanzate, mogli o compagne” aggiuge lo scrittore montellese, che conclude con una sana forma di consiglio rivolta alla donna stessa, affinchè non approfitti del suo genere per sentirsi superiore come ha fatto l’uomo.
Augura ad entrambe le parti, dialogo civilmente condiviso e soprattutto reciproco rispetto.