Giulietto Chiesa: cade oggi la ricorrenza della sua scomparsa, il 26 aprile 2020.
Giulietto Chiesa: giornalista, saggista e uomo politico italiano. Dirigente nazionale della Federazione Giovanile Comunista Italiana, dal 1970 al 1979 è stato dirigente della Federazione di Genova del Pci e dal 1975 al 1979 capogruppo del partito nel Consiglio provinciale di Genova.
Giornalista professionista, ha iniziato la sua carriera nel 1979, ed è stato corrispondente dall’Urss e poi dalla Russia per vent’anni (1980-2000), prima per l’Unità, poi per La Stampa, Il Manifesto e la Rai.
Fellow del Wilson Center di Washington dal 1989 al 1990, nel 2004 è stato eletto al Parlamento europeo nelle file della lista Di Pietro-Occhetto-Società civile. Tra i suoi libri che analizzano dalle guerre in Medio Oriente, alla storia della Russia, alle contraddizioni della globalizzazione, si ricordano: Operazione Teheran (1979), Cronaca del golpe rosso (1991), Russia addio (1997), G8-Genova (2001), La guerra infinita (2002), La guerra come menzogna (2003), Invece di questa Sinistra (2004), Cronache Marxiane (2005), Prima della tempesta (2006), Putinfobia (2016).
Una colonna dell’informazione libera, innamorato della verità e della libertà.
Persona umile, netto, coraggioso, controcorrente, le sue parole possono essere considerate un testamento spirituale.
Le sue analisi entravano nella nostra mente e nel nostro cuore.
Bisogna domandarsi ancora perché tutto questo silenzio sulla sua morte?
La sua critica, il suo pensiero faceva paura.
Mi sento in dovere dopo tre anni dalla sua scomparsa di omaggiare il suo coraggio nel portare avanti una verità scomoda, adesso più che mai.
Il fatto che si voglia distruggere Julian Assange vuol dire che anche noi, noi tutti, saremo imbavagliati, oscurati, minacciati, impossibilitati a capire cosa succede a casa nostra e nel mondo. Questo non è il futuro, è il presente.
In Italia il governo organizza una squadra di censori ufficialmente incaricata di fare pulizia di tutte le notizie che divergono da quelle ufficiali. È la censura di stato, come altrimenti si può chiamare? Anche la Rai, la televisione pubblica, istituisce una task force contro le “fake news” per cancellare le tracce delle loro bugie quotidiane che inondano tutti i loro teleschermi.
E poi ci sono, ancor peggio, i tribunali misteriosi di gran lunga più potenti di quanto non siano questi cacciatori di fake news: sono Google, Facebook, che manipolano le notizie e, con i loro algoritmi e i loro trucchi segreti, censurano senza appello. Siamo già circondati da nuovi tribunali che cancellano i nostri diritti.
Vi ricordate l’articolo 21 della Costituzione italiana? C’è scritto “tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero”. Ma 60 milioni di italiani sono costretti ad ascoltare un solo megafono che urla da tutti i 7 canali televisivi del potere. Ecco perché Julian Assange è un simbolo, una bandiera, un invito alla riscossa, al risveglio prima che sia troppo tardi.
È indispensabile unire le forze che abbiamo, che non sono tanto piccole ma hanno un difetto fondamentale: quello di essere divise, incapaci di parlare con una voce unica. Occorre uno strumento che parli ai milioni di cittadini che vogliono sapere».
Queste le ultime parole di Giulietto Chiesa.
Gianna Famiglietti
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