”Fatima”, il cortometraggio di Sara Russolillo

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Stupefacente e dai tratti imprevedibili ”Fatima”, il nuovo cortometraggio partorito tra i banchi della Scuola Holden, da Sara Russolillo, con l’obiettivo di uscire dai cardi e decumani torinesi, per arrivare al Festival e alle mostre del Cinema di tutta Europa.

La Russolillo, una regista quasi forzata, cresciuta guardando, per volere del fratello maggiore, film di Godard e Truffaut, anzichè Barbie Raperonzolo.Talmente cibata di cinema, da crescere troppo in fretta, maturando curiosità sessuali in sola quarta elementare, quando chiese al suo papà cosa fosse il sesso.

La sua opera, attraverso la feroce cultura del taboo, si interroga sulle modalità e tempi giusti per diventare adulti.

Sara Russolillo è un pò come il protagonista del suo cortometraggio.Alessio, un ragazzino di soli dodici anni, costretto a diventare ”subito adulto”, nel suo caso per volere del padre, il quale una mattina, anzichè condurlo al consueto chierichetto domenicale, lo tiene con sè in macchina, sul ciglio di una strada lungo il mare, dove si ferma e sale a bordo una prostituta.Fatima, una ragazza di colore, santa come il nome che porta, puttana come l’esistenza che trascina.

Il cortometraggio necessita di fondi per finanziarne l’intera produzione, a partire dal materiale fino alle figure professionali.Ogni donazione è preziosa, come le condivisioni sui social e trasporto tra le amicizie virtuali e non solo.

Il team ringrazia e sollecita il sostegno di tutti per realizzare il progetto.