Per iniziativa dell’Assessore alla Cultura di Ariano, e per la disponibilità del prof. Nicola Prebenna, riprendono le Lecturae Dantis. Il pubblico arianese non è estraneo all’incontro con la poesia del sommo poeta. Diverse e tante sono state le occasioni per riproporre il messaggio che Dante affida alla Divina Commedia.
Lo stesso prof. Prebenna ha tenuto nel passato diversi incontri sul poema dantesco. In questa tornata egli ha inteso concentrarsi su alcuni canti del Paradiso, e gli abbiamo chiesto la ragione.
“Molte sono le ragioni che mi hanno suggerito questa scelta. In primo luogo, il Paradisoè il momento conclusivo del viaggio che porta alla salvezza ultima, alla pienezza della beatitudine, a Dio. E’ la cantica in cui la tensione espressiva, lo sforzo di Dante di dare voce all’inesprimibile, forniscono una prova di straordinario valore poetico.
Tutti sanno che la Divina Commedia comprende tutti gli stili, da quelli più quotidiani, anche di stampo realistico-giocoso, ai più alti e sublimi. In ogni cantica, poi, il poeta adegua lo stile al regno descritto, alla realtà morale rappresentata; ed è così che ricorre a tutti i registri espressivi che rendono pienamente il mondo rappresentato. Ogni canto del poema è una preziosa tessera del mosaico che non solo compone un quadro cromatico armonico, ma riflette intero il destino fattuale e di prospettiva della persona singola e della comunità, civitas, in cui è inserita. Certo, occorre per un approccio circoscritto, fare delle scelte.
In questa tornata ho preferito proporre al pubblico tre canti, come da programma annunciato, che sintetizzano tre momenti significativi dell’ultima tappa del viaggio verso l’Assoluto. Il primo canto è l’annuncio e la premessa dell’atmosfera che caratterizzerà l’intera cantica. Il canto XI è il canto della celebrazione dell’alter Christus San Francesco, il modello della rigenerazione e della rinascita della Chiesa. Il canto XVII è il canto della sintesi tra presente e futuro, tra destino personale e destino comunitario, punto di incontro tra terra e cielo.
Tanti altri canti meritano altrettanto interesse, in modo particolare l’ultimo, noto come il canto della preghiera alla Vergine di San Bernardo. E’ il canto della fine dell’avventura salvifica, ed è di straordinaria forza poetica che fonde pensiero e poesia, estasi ed ascesi, caduco ed eterno. Ma di questo ci occuperemo in altro momento”.
Confortati da questa succinta introduzione, siamo nella migliore condizione di spirito per gustare e penetrare al meglio nella poesia della Commedia e nello specifico del Paradiso. Non resta che la possibilità della condivisione di un momento, che siamo certi sarà fecondo, di incontro con la poesia del Sommo Poeta:
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