Stando cos’ le cose, in Europa e nel mondo! di Nicola Prebenna

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Intervento del giornalista
   L’assuefazione al tragico, alla sofferenza, alla guerra, l’ostinazione a non cedere sono ora gli stati d’animo ricorrenti.
   E’ vero che il mondo non ha mai conosciuto periodi lunghi di pace. L’Europa è riuscita a rimanere fuori, lontana da focolai di guerra, che non si pensava potessero interessare il vecchio continente. Unica eccezione la guerra dei Balcani, con la conseguente implosione dell’ex Jugoslavia. La polveriera è però ben fornita e pronta a deflagrare, sia pure lentamente.
  Al di là della voce di papa Francesco che con insistenza invoca la pace, pare che i più non pensino che alla guerra. Il primo che non si smentisce, che ripete una continuazione che la cosiddetta operazione speciale andrà avanti fino al successo finale è Putin. Lui incarna i due personaggi delle favole di Fredo, il lupo che con falsi pretesti sbrana l’agnellino e il leone, che dopo la caccia, pretende tutto per sé, volendo soddisfare solo la sua avidità. Ed ha la sfrontatezza di rimproverare agli altri comportamenti nazisti, quando la sua condotta ne è una fedele rappresentazione.
   Il presidente cinese, riconfermato ultimamente con il 100 per cento dei consensi, ha manifestato la volontà di costruire una muraglia d’acciaio. Come dire pensare ad arricchire il proprio arsenale di nuove e più sofisticate armi. Ma si lamenta se gli australiani pensano a rafforzare la propria difesa con sottomarini di ultima generazione. Gli Stati Uniti, l’Occidente non cessano dal sostenere l’Ucraina, paese aggredito che senza il sostegno dell’Occidente sarebbe stato un facile boccone per il lupo o orso russo.
   Intanto i profughi continuano ad arrivare sulle nostre coste, pur tra incidenti e naufragi che seminano morti.  Dovrebbero suggerire, anziché sterili e pretestuose ricostruzioni, modalità nuove, condivise, di una corretta politica dell’accoglienza. La riflessione a cui stiamo accennando non pretende disegnare i tanti problemi che caratterizzano il nostro tempo.
   Vuole solo far notare che, stante le premesse della diffidenza, del principio di potenza, della legittima aspirazione alla difesa, si delinea un quadro negativo, in cui spiragli di luce siano molto, molto deboli. Non resta che affidarsi alla preghiera, e sperare che l’impossibile possa anche divenire realtà.