Grande, folta e sentita partecipazione alla Lectio magistralis del Prof. David Meghnagi sul tema: “Le sfide della didattica sulla Shoah”. Hanno curato l’organizzazione della serata la responsabile dell’associazione Ethnos, prof.ssa Maria Carmela Grasso, per conto anche dell’Istituto Comprensivo “Don Milani”, il sindaco Enrico Franza e l’assessore all’Istruzione e Politiche Giovanili, prof. Grazia Vallone.
L’invito al prof. Meghnagi è da porsi in relazione al Giorno della Memoria, dato che, tra gli altri titoli professionali e culturali che lo riguardano (Ordinario Società Psicoanalitica Italiana – Prof. Senior Università Roma Tre – Direttore Master Internazionale II livello in Didattica della Shoah – Università Roma Tre), è il presidente onorario di Ethnos, acronimo che sta per Network di docenti europei sugli studi della Shoah.
Da sempre il prof. Meghnagi è stato ed è un attento e appassionato studioso della Shoah, per l’insegnamento della quale nelle scuole dirige il Master di II livello presso l’Università Roma Tre. Convinto della complessità della materia, ha sottolineato, a seconda del momento particolare della tragedia della Shoah oggetto di studio, la necessità della contestualizzazione. La politica di sterminio degli ebrei va collocata, ha precisato il prof. Meghnagi, nel contesto specifico del momento e del luogo. A titolo esemplificativo ha ricordato alcuni protagonisti che, per essere correttamente interpretati, vanno inseriti nel giusto contesto.
Il primo personaggio presentato è Marek Edelman, vicecomandante dell’insurrezione del ghetto di Varsavia, che sopravvive all’olocausto. Nella Polonia comunista subisce la stessa persecuzione ad opera del regime, simpatizzando e sostenendo Solidarnosc. Il riferimento a Edelman vuole stimolare l’attenzione ai fatti, ai documenti, alla ricostruzione puntuale degli avvenimenti narrati.
Il secondo personaggio su cui il professore si sofferma è Rottem, artefice della fuga di diversi ebrei dal ghetto di Varsavia. Curiosità molto interessante è che in realtà questo non era il suo vero nome. Lo aveva scelto perché in ebraico vuol dire ginestra e, pur non conoscendo Leopardi, l’aveva interpretata come attaccamento alla vita a fronte di tanta distruzione, non solo materiale. Tanti gli stimoli e i suggerimenti offerti dal professore, che richiederebbero ben altro spazio.
Dovendo ricavare alcuni concetti fondanti l’impegno didattico per l’insegnamento della Shoah, importante l’approccio che non può ridursi solo a fatti, date, ma deve stimolare e favorire l’acquisizione da parte degli studenti di una feconda coscienza critica. L’organizzazione poi di fecondi approfondimenti sulla Shoah deve procedere con il costante riferimento alla contestualizzazione. Deve favorire il coinvolgimento degli studenti nella ricerca e valutazione delle fonti, trasmettendo amore per il sapere, per la conquista di valori che formano il patrimonio di una comunità partecipe, responsabile e democratica.
Molto soddisfatti i convenuti, desiderosi di immergersi con sempre maggiore entusiasmo e passione nello studio di un capitolo di storia complesso, che non può assolutamente passare sotto silenzio, che deve essere conosciuto e affidato alle generazioni future.
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