Elezioni. Iaverone (Lega): “Per me fare politica è impegnarsi con umiltà e passione”

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Elezioni. Iaverone (Lega): “Per me fare politica è impegnarsi con umiltà e passione”

Quello di Maria Elena Iaverone è un volto noto della politica irpina, avvocata ed impegnata con il Formez, ha avuto esperienze amministrative come assessore provinciale, come consigliere e vicesindaco al comune di Avellino dove è stata anche Assessore al Bilancio, al Patrimonio, al Contenzioso, al Personale ed ai Fondi Europei.

Maria Elena Iaverone, perché questa candidatura con la Lega?

“La mia candidatura con la Lega è figlia di un percorso politico nato nel 2019, che mi ha portato dalla militanza alla dirigenza provinciale del partito. Non sono – e non lo sono mai stata- alla ricerca di incarichi o di posti al sole. Ho sempre pensato che fare politica significhi impegnarsi con umiltà e passione per il prossimo e grazie alla Lega questo è possibile”.

Quali sono i problemi più urgenti dell’Irpinia e di Avellino e come pensa di agire in merito?

“Avellino e l’Irpinia vivono i problemi tipici di tutte le aree interne del Mezzogiorno. Il principale, senza dubbio, è la mancanza di prospettive lavorative che ogni anno porta migliaia giovani a decidere di andare via. Questo sta producendo un invecchiamento e uno spopolamento dei nostri territori che, di conseguenza, saranno privati delle loro migliori energie e impossibilitati a fare un deciso, quanto necessario, balzo in avanti. Per uscire da questo stato di cose, bisogna puntare su Università, lavoro e servizi”.

Com’è possibile combattere lo spopolamento e trattenere i giovani al Sud?

“La Lega è in campo con una serie di proposte concrete e realizzabili che muovono dai finanziamenti per le Università del Mezzogiorno, affinché siano in grado di proporre un’offerta formativa all’avanguardia e competitiva, e proseguono con incentivi e sgravi fiscali per le aziende che investono sul territorio ed assumono giovani. Allo stesso tempo, crediamo nella necessità di svecchiare la Pubblica Amministrazione, formando e assumendo giovani che, per forza di cose, andrebbero ad offrire competenze vitali agli enti locali”.

Come aiutare le imprese, oggi più che mai in difficoltà dopo la pandemia e adesso i problemi legati alla guerra in Ucraina?

“Le imprese stanno attraversando un periodo particolarmente complicato. Dopo essere uscite da anni di pandemia, infatti, si ritrovano a fare i conti con un insostenibile aumento dei costi dell’energia. Se non agiamo subito, rischiamo di perdere intere filiere produttive, per questo, al netto dei finanziamenti per l’apertura di nuove attività, legate o meno alle tipicità del territorio, è necessario intervenire sul fisco, a partire dalla sospensione dell’invio di cartelle esattoriali fino a quando non saranno approvate misure deflative del contenzioso. Si tratta di un argomento vitale per il Paese: le Pmi rappresentano il 99,9% delle aziende operanti sul territorio e generano oltre il 70% del fatturato, impiegando circa l’81% della forza lavoro”.

Come si risolvono i problemi delle aree interne?

“Come dicevo in precedenza, le aree interne come la nostra hanno bisogno di lavoro, infrastrutture e servizi. Chi potrebbe immaginare di vivere in un territorio che, benché bellissimo, è distante decine di chilometri dal primo ospedale? Un territorio privo di scuole e di accesso alla rete internet? Un territorio tagliato fuori da ogni collegamento veloce, sia su gomma che su ferro? Purtroppo, fino ad oggi siamo stati trattati come l’ultima ruota di un carro, quello campano, già disastrato e se si pensa che gli ultimi interventi regionali sono serviti a chiudere reparti di ospedali e pronto soccorso, è evidente il tentativo di dare alle aree interne il colpo di grazia”.

Come pensa si possa incrementare il turismo, risorsa che può essere preziosa per il nostro territorio, così vocato al vino e al turismo slow?

“Il rilancio delle aree interne significa, inevitabilmente, un rilancio del settore turistico. L’Irpinia offre scenari incantevoli e può contare su prodotti del territorio di altissimo pregio: su tutti il vino, le nocciole, le castagne e, in generale, ciò che riguarda la filiera agroalimentare. Oggi siamo toccati da un turismo mordi e fuggi, fatto per lo più di appassionati dell’enogastronomia e persone in fuga dalle grandi città alla ricerca di un pomeriggio nel verde dei nostri monti. 

Se vogliamo entrare nei circuiti turistici che contano, questo non basta. Dobbiamo, innanzitutto, puntare sulle infrastrutture e sui collegamenti, quindi immaginare una grande campagna di marketing e comunicazione in grado di farci conoscere oltre i confini regionali e, perché no, oltre quelli nazionali”.