Puck Teatré: il teatro al servizio dei ragazzi di tre case famiglia in Campania
I volti di Jessica e Martha Festa, Michelangelo Belviso e Lara Belcastro sono da anni protagonisti della vita culturale avellinese e non solo grazie ad un costante e complesso lavoro nel teatro ragazzi portato avanti con la compagnia Puck Teatrè.
Corsi, laboratori, spettacoli, attività ludiche, videoclip, cortometraggi costituiscono ormai una lunga lista di produzioni che hanno conquistato un posto di primo piano ai Teatrè nel cuore di tanti bambini e nella considerazione anche delle istituzioni culturali e sociali.
Nel periodo pandemico si sono spesi sui social per non lasciare soli i tanti bimbi coinvolti in una esperienza drammatica quanto inattesa aiutandoli a restare in contatto tra loro e a elaborare quanto stava succedendo.
In tempi più recenti hanno affrontato l’esperienza di lavorare con bambini e ragazzi ospiti di case-famiglia e, pertanto, provenienti da situazioni problematiche di vita o comunque da momenti difficili.
Abbiamo voluto fare due chiacchiere con Martha Festa per raccontare con lei la storia di Puck Teatrè e i progetti futuri della compagnia.
Vorrei approfittare di questa chiacchierata per riassumere in poche righe la storia di Puck Teatrè, una storia che ormai è diventata importante in Irpinia e non solo.
“Carissima Antonella, parafrasando “La storia siamo noi” di de Gregori ti dico che noi Puck Teatré spesso siamo un rumore che rompe il silenzio, quel silenzio duro da masticare, un “silenzio” che è sempre stato croce e delizia della nostra terra.
Il nostro collettivo è un centro di produzione culturale, in tutte le sue forme, per tutte le età; come per ogni cosa, però, c’è forse un campo in cui siamo particolarmente felici di operare, che ci sta profondamente a cuore: i bambini e i ragazzi.
Teatro, lettura, cinema, didattica sono alcune delle nostre azioni di intervento che da anni portiamo avanti nella città di Avellino e provincia, collaborando con istituzioni scolastiche, biblioteche e musei, enti regionali e consorzi”.
Il vostro focus è sempre stato sui bambini, unendo i grandi classici contemporanei per l’infanzia come Harry Potter, l’insegnamento delle tecniche teatrali attraverso il gioco e il lavoro dei bimbi in gruppo come strumento di socializzazione e integrazione. Possiamo parlare di un “metodo Puck Teatrè”?
“Per incontrare la “magia”, per diffonderla, bisogna offrire esperienze, fornire opportunità e condividerle con professionalità e preparazione.
Questo, è alla base del nostro modus operandi giornaliero ed è quello da cui siamo partiti per la realizzazione dell’offerta ludico-formativa di quest’estate, negli incontri diurni alla Scuola di Magia.
Circa cento ragazzi dagli 8 ai 14 anni, hanno preso parte alla seconda edizione del nostro campo estivo magico, aperto a tutta la città e a sostegno di un importante progetto sociale.
Siamo riusciti, e lo dico con grande orgoglio ed emozione, a garantire quotidianamente un programma didattico differenziato per due diversi piani di studio, totalmente immersi nella natura, tra teatro e magia, prima e dopo Potter.
Crediamo vivamente che il teatro sia un efficace gioco sociale che educa a giocare alla vita e nella vita; a conoscersi e a mettersi nei panni dell’altro senza giudizio; ad accogliere quello che non si conosce con curiosità e serenità; a concedersi la propria sensibilità e condividerla anche quando non è affatto semplice”.
Non avete mai lasciato da soli i vostri piccoli allievi, neppure durante la pandemia e dopo, usando il mezzo telematico in modo innovativo per creare preziosi momenti di “normalità” per i bimbi e dando loro strumenti creativi per sconfiggere la paura.
“Per noi era importante esserci, necessario. Volevamo continuare ad essere il loro “non luogo” di espressività, creatività, libertà. All’inizio abbiamo raccontato i grandi classici rivisitandoli, coinvolgendo anche attori, performer, danzatori e musicisti amici Sperduti in Italia attraverso il principale mezzo pandemico di comunicazione: il signor smartphone.
Video-racconti girati e montati col telefono; poi videochiamate registrate di “diffuse pandemiche situazioni tipo” raccontate dalle emozioni, pillole home-made di teatro digitale disponibili sul nostro canale Youtube e alla fine arriva lui, HP. Era diventato un argomento comune su cui confrontarsi anche a distanza. Sulle reti nazionali, infatti, mandavano in onda l’intera saga con due appuntamenti a settimana, i nostri Bambini Sperduti erano lì catturati e dobbiamo ammetterlo anche noi. Un mondo affascinante quello creato da J.K. Rowling che ha unito, a sua insaputa, una fetta di mondo durante il lockdown.
Finita la quarantena ecco che si anima l’idea di voler mettere su uno spettacolo ispirato a “Harry Potter e la maledizione dell’erede”, opera conclusiva della saga firmata Rowling, molto contestata dai fan, ma dove c’è una sfida noi siamo lì a raccoglierla. Il testo è infatti un’opera teatrale, difficile da immaginare come film, ma il filo conduttore è davvero molto forte: le aspettative, un cognome troppo grande, il rapporto genitori-figli, la voglia di riscatto e quella di affermarsi come individuo. Cosa siamo riusciti a fare? È nato un cortometraggio, “la Maledizione dei Potter”, grazie anche al sostegno di Alfonso Perugini di A.Re.Ci studio.
I giovani interpreti protagonisti, circa sessanta ragazzi, si sono visti per la prima volta sul grande schermo a novembre 2021 nella sala uno del Cinema Teatro Partenio; quella sera era presente in sala un ospite d’onore, Francesco Vairano, voce italiana di Severus Piton e direttore del doppiaggio dell’intera saga”.
La vostra vocazione sociale si è manifestata quindi anche in quest’ultimo progetto “La maledizione dei Potter” che ha visto il patrocinio del Comune di Avellino e del vicesindaco Laura Nargi per la parte riguardante “La Scuola di Magia” e che vi ha concesso in uso Villa Amendola per lavorare con bambini provenienti da contesti di esclusione sociale per motivi culturali, familiari ed etnici. Raccontateci quest’esperienza che, per ovvi motivi, pur essendo altamente meritoria, ha probabilmente dei profili di riservatezza da rispettare. Quali sono i numeri di quest’esperienza? Quali sono le storie più belle che avete vissuto con questi ragazzi? Quali cambiamenti ha operato il teatro in loro?
“Con il progetto sociale de “la maledizione dei Potter” abbiamo raggiunto tre comunità di accoglienza in Campania donando loro libri, organizzando uscite culturali per ospitare molti dei ragazzi al cinema e a teatro per la prima volta.
È la magia a dare ad Harry Potter una seconda possibilità, ed è con la magia del teatro che noi vorremmo provare a donare un’opportunità a tutti gli “Harry” delle case-famiglia italiane e non solo.
Tutto questo, lo abbiamo raccontato al Comune di Avellino un anno fa, che ha abbracciato e sostenuto il progetto offrendoci Villa Amendola e dando la possibilità ogni settimana a 7 ragazzi della città di poter partecipare gratuitamente alla scuola.
Il 29 luglio si è conclusa la seconda edizione della Scuola di Magia.
Anche quest’anno ci siamo trasformati in Professori di Erbologia, Magizoologia, Divinazione, Trasfigurazione, Pozioni ed Esperimenti, Incantesimi e Duelli, Storia della Magia, Arte magica, Giornalismo, Scacchi e sQuidditch, lo sport più magico di sempre. Lo sQuidditch, ideato da Antonio Lippiello e Jessica Anna Festa, in sei settimane è diventato lo sport più amato da ragazzi e bambini.
Questa seconda edizione è stata la testimonianza di una infinita felicità, colma di amore come l’emozione che tutti gli allievi ci hanno regalato.
Non esiste magia più potente al mondo dell’amore!
In molti ci hanno raccontato di essersi sentiti “a casa” sin dal primo giorno, mai fuori posto o “inadatti”. “Il coraggio non può esistere senza paura”, dicevamo loro.
Avrebbero voluto una scuola di magia aperta tutto l’anno e forse anche noi”.
Ci sarà un prosieguo di questa esperienza?
“Assolutamente sì, ci deve essere un prosieguo. “La scuola di magia italiana/made in Irpinia” è un format formativo che vorremmo proporre in giro, da associare ad una giornata interamente dedicata ai ragazzi in cui la parte esperienziale sarà a loro destinata e quella più “istituzionale”, di presentazione, potrebbe invece richiamare i più grandi, tutti gli adulti dal cuore magico.
A questo proposito, chiunque abbia voglia di diventare parte attiva e operante del progetto può farlo contattandoci sui social: FB La Maledizione dei Potter; IG lamaledizionedeipotter.
Quali sono i vostri programmi per il prossimo autunno?
“A settembre ripartiranno i corsi di cinema e teatro, quest’anno in una sede molto speciale ad Avellino che ancora non sveliamo.
Ci piacerebbe debuttare con un nuovo spettacolo di teatro ragazzi che al momento è in fase di scrittura; inoltre in molti ci hanno chiesto di aprire una “scuola squidditch” da seguire tutto l’anno e un pensiero noi, ovviamente, lo abbiamo fatto.
E poi c’è il secondo cortometraggio, “la maledizione dei Potter parte II” che aspetta da due anni il primo ciak.
Grazie per averci dato la possibilità di raccontare una importante parte della nostra realtà. Che la magia sia sempre con voi e noi vi giuriamo solennemente, chi ci conosce sa già, di non avere buone intenzioni!”.