Pechino organizza i piani di invasione di Taiwan
L’MSS “Intelligence cinese” con il PLA “Esercito Popolare Di Liberazione”, sono alle limature finali del piano di invasione terrestre di Taiwan con supporto della forza navale e la squadriglia aerea. Non a caso in questi giorni Pechino ha varato il suo ultimo gioiello della marina militare, la portaerei più grande e tecnologicamente avanzata della sua flotta navale, la Fujian di classe Type 003, la prima ad usare il sistema “Catobar” catapulta elettromagnetica (EM).
I lavori nei cantieri di Jiangnan di Shanghai, sono proseguiti nonostante la guerra in corso in Europa e le tensioni con gli Stati Uniti d’America. Anche la scelta del nome per la sua terza portaerei non è un caso, Fujian è la provincia cinese di fronte all’isola “ribelle” di Taiwan. Pechino è pronto ad invadere quella che ritiene una sua provincia.
Nell’ultimo congresso del PCC, il presidente Xi Jinping ha lanciato un piano di rinnovamento del suo arsenale bellico. La Cina dovrà entro il 2027, rinnovare con armi di ultima generazione, l’arsenale bellico delle sue forze armate, al fine di diminuire il gap che la separa dalle due superpotenze, Stati Uniti e Russia.
La portaerei Fujian è il primo dei nuovi progetti uscito dai cantieri navali ibridi di Shanghai.
È la prima ad essere stata assemblata con il sistema di decollo Catobar, catapulta elettromagnetica EM. Attualmente nel mondo, solo quelle americane di classe Ford ne sono dotate. Presenti alla cerimonia del varo della Fujian, alti funzionari militari, tra cui il numero due della Commissione militare centrale di Difesa Xu Qiliang di cui è Comandante Supremo il presidente Xi Jinping. La nuova nave da guerra, è la prima dotata di sistema a catapulta interamente progettata e costruita dai cantieri di Shanghai. La Fujian è una nave tecnologicamente avanzata rispetto alle altre due in servizio, la Liaoning e la Shandong, non solo per la catapulta, ma anche per il sistema di spionaggio SIGINT di cui sarà dotata. Un sistema cifrato che permette la decodifica delle comunicazioni delle forze nemiche.
Le due portaerei cinesi attualmente in servizio, si avvalgono di una rampa di lancio simile a quella in uso nelle gare di salto con gli sci.
La nuova nave, con un dislocamento di oltre 80mila tonnellate, 20mila in più delle precedenti, è molto simile per
dimensioni a quelle della classe Ford della Marina degli Stati Uniti.
La Shandong, commissionata a fine 2019, è la prima portaerei progettata e costruita interamente in Cina, mentre la sorella Liaoning, più vetustà, fu acquistata nel 1998 dall’Ucraina a seguito della dissoluzione dell’Impero sovietico. Nel 2012 fu trasferita in cantiere per un refitting totale.
La nuova portaerei, prima di essere consegnata alla marina militare cinese, sarà sottoposta per cinque anni ad ogni tipo di test, manovrabilità, navigazione, impatto con onde burrascose prima di essere assegnata al comando per l’addestramento dei marinai.
Nei cantieri di Shanghai, il personale provvederà all’allestimento e all’armamento. Mentre la parte elettronica sarà affidata ad unità speciali dell’MSS, che provvederanno a implementare il sistema di spionaggio elettronico SIGINT.
Il presidente Xi ha promesso di dotare la flotta navale di cinque o sei portaerei intorno al 2030, di cui una a propulsione nucleare, per eguagliare o superare la capacità di intervento della Marina degli Stati Uniti, lontano dai confini nazionali.
Il paragone al momento è fortemente sbilanciato verso la US Navy, la quale può contare su undici portaerei, ridotte a sei “operative” dopo il taglio di bilancio al Pentagono dell’Amministrazione Biden. Il nuovo scafo rientra nel piano di Pechino di rendere autonoma, la sua forza navale lontana dai suoi confini.
Le mire del presidente Xi, vanno oltre i confini dell’isola ribelle di Taiwan, da sempre considerata parte inalienabile del suo territorio.
A Pechino interessa il controllo del
Mar di Cina Meridionale, tra i corridoi di mare più trafficati al mondo per navi commerciali e grandi petroliere. Non a caso Pechino ha realizzato nell’atollo Whitsun isole artificiali fortificate poste a poche miglia dalla costa filippina, un chiaro messaggio intimidatorio verso Manila.
Non sarà facile per Pechino invadere Taiwan, richiede uno studio approfondito sullo stato di forza attuale di Taipei. In questi anni sull’isola filo occidentale, sono state installate numerose batterie missilistiche, di cui Pechino deve tenerne conto, in grado di raggiungere qualsiasi città della Cina. Inoltre a poca distanza, più a sud, nelle Filippine, è presente una imponente base navale della US Navy.
Pechino potrà raggiungere i suoi obiettivi, solo se avrà il dominio del mare e dei cieli.
La Cina è il paese che più ci ha guadagnato dalla globalizzazione. Le tensioni aspre in atto con gli Stati Uniti, hanno portato Pechino a rivedere i propri piani di sicurezza nazionale, a difesa degli interessi crescenti in ogni angolo del mondo. Gli scambi commerciali e gli investimenti strategici cinesi negli ultimi decenni, soprattutto in materie prime, sono cresciuti oltre modo. Le aree dove i cinesi stanno investendo di più sono il continente africano e il centro America.
La scelta di dotarsi di una nuova portaerei rientra nelle strategie di influenza di Pechino. La flotta navale sarà supportata dalla rete di basi navali in concessione o di proprietà dislocate in Pakistan, Iran, Africa orientale, sud America, Centro America e Mediterraneo.
La Cina non si è fermata alla Fujian, alcuni mesi prima sono entrate in esercizio i cacciatorpedinieri Anshan e Wuxi, rapidi e veloci, prodromi all’invasione di Taiwan.
L’entrata in servizio di queste navi di supporto, ci portano a credere che l’invasione di Taiwan è prossima.
Con l’entrata in operatività della grande portaerei Fujian, gli aerei potranno decollare in un arco di tempo più riavvicinato, fattore importante durante uno scontro bellico.
La nuova portaerei sarà in grado di operare per lungo tempo, con il convoglio che la scorta, lontano dai confini cinesi, approdando nei numerosi porti controllati da Pechino solo per i rifornimenti e le manutenzioni ordinarie.
Unica pecca dello scafo, è la propulsione di tipo convenzionale, ben diversa dalle superportaerei a propulsione nucleare della Marina degli Stati Uniti. Le navi a propulsione nucleare, presentano importanti vantaggi rispetto alle navi convenzionali, in quanto possono funzionare per lunghi periodi, senza la necessità di attraccare e fare rifornimento.
Il varo della Fujian è arrivato nel pieno delle tensioni geopolitiche tra
Washington e Pechino. Nel mare di Cina meridionale, nelle Filippine, gli Stati Uniti hanno rafforzato la presenza di uomini e mezzi (aerei e navi). il Pentagono nelle Filippine ha riattivato la vecchia Air Base di Clark e la base navale di Subic. Washington intende mantenere il controllo della più trafficata rotta navale al mondo.
Gli Stati Uniti sono sempre stati presenti nella zona, negli anni passati hanno armato con gli alleati Regno Unito e Australia, il governo di Taipei, scatenando le reazioni furiose di Pechino.
La guerra nello specchio di mare è ad un soffio, basta che Taipei dichiari l’indipendenza e il fronte orientale si incendia.
L’intelligence cinese MSS continua a lavorare in segreto stringendo accordi strategici di sicurezza con altre regioni dell’Asia, come ha sottoscritto con le Isole Salomone ad inizio anno, con l’intento di installare una base militare cinese nel Pacifico. La nave Fujian dopo il varo è stata spostata dal cantiere in un’insenatura protetta dove la nave sarà allestita.
Lo specchio di mare che divide la Cina da Taipei è continuamente sorvolato da aerei da guerra cinesi. Il messaggio di Pechino a Taipei e ai suoi alleati è forte. Taiwan (per gli occidentali), o Formosa (per la Cina), è una regione dello Stato Cinese, e nessun paese estero pensasse di interferire negli Affari interni di Pechino. Hong Kong docet.
Maurizio Compagnone
Analista