Vicenda Isochimica, una storica ma parziale vittoria politica e giudiziaria

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Vicenda Isochimica, una storica ma parziale vittoria politica e giudiziaria

L’intera storia dell’isochimica è legata in modo indissolubile a Giovanni Maraia. Fu lui, allora segretario di Democrazia Proletaria, il primo e per moltissimo tempo il solo, a denunciare i pericoli a cui andavano incontro gli operai con l’amianto, nell’assordante silenzio delle istituzioni, sindaci, ASL e sindacati. Sue sono state le numerose denunce e gli esposti dettagliati che hanno portato a questo processo. L’Isochimica è la fabbrica della morte dalla quale è partita non solo una lotta contro l’omertà di chi sapeva, ma una vera e propria rivoluzione culturale in molti campi: da quello sanitario, a quello del lavoro, sindacale, fino all’ambiente. Una lotta per far riconoscere l’Amianto come fibra cancerogena, nelle istituzioni dello Stato, sia locali che centrali. Grazie alla perseveranza di Maraia prima l’isochimica fu chiusa, poi nel 1992 il Parlamento vietò l’estrazione e la lavorazione dell’Amianto: la legge sull’amianto, la numero 257 del 12 marzo 1992 è sorta dalla spinta propulsiva delle iniziative messe in atto da Maraia per difendere la salute degli operai del sito. Oggi commentiamo una sentenza del Tribunale di Avellino per alcuni aspetti storica nella storia dell’amianto in Italia, e che fa giurisprudenza in quanto riconosce il nesso di causalità tra l’esposizione dei lavoratori alle particelle di amianto e i danni cagionati alla loro salute. Trovo, quindi, molto positiva l’organizzazione di eventi come quello di oggi ad Avellino al Borgo Ferrovia, perché in questo modo si rinnova lo spirito di partecipazione, di trasparenza e di impegno nella cura dei beni comuni quali la salute, il lavoro e l’ambiente. Tuttavia, siamo ben consapevoli che la stessa sentenza si Avellino sembra caratterizzata da luci ed ombre per quanto concerne l’individuazione delle varie ipotesi di responsabilità penale: ci auguriamo che, in eventuale sede di appello, si possa ulteriormente fare piena luce sulla vicenda nell’interesse dei lavoratori e nel solco del principio di tutela della salute nei luoghi di lavoro.