Ugo Piscopo, impegnato da una vita al servizio della cultura, non è più tra noi. La notizia della sua dipartita si è diffusa in un baleno tra gli amici e gli intellettuali meridionali e nazionali. Il mondo della cultura perde una figura di primissimo piano: poeta, critico, saggista, sperimentatore, attento cultore dell’arte a 360 gradi, passando per la pittura, il teatro. Tanti i riconoscimenti tributatigli e gli attestati che gli sono stati conferiti. Ricordiamo, tra i tanti, il premio L’Irpino dell’anno qualche anno addietro.
Per molte generazioni di poeti, scrittori, ha egregiamente incarnato il ruolo e la funzione di magister. Del maestro possedeva la profondità del pensiero, la ricchezza delle intuizioni, la disponibilità alla condivisione, l’umiltà della proposta. Della sua feconda attività culturale certamente si parlerà molto a lungo in futuro, oltre a quanto già anticipato da studiosi di valore. Recente il saggio prodotto da Carlo Di Lieto sull’opera di Piscopo: «Scena onirica» e «radialità dell’immaginario» nell’opera di Ugo Piscopo.
Una vita consacrata alla cultura, intesa come patrimonio da condividere, da promuovere, da preservare. Il suo impegno culturale non ha conosciuto soste. Anche negli ultimi tempi non ha lesinato gli sforzi e suoi contributi sono apparsi fino a poco tempo fa su diversi organi di stampa. Personalmente, oltre all’uomo di cultura, al magister, come in passato ho definito il suo ruolo, ho perso un amico. Lo porterò sempre nel mio cuore e nella mia mente: uomo di cultura straordinario, disponibile e sempre pronto a condividere con tanti il frutto della sua vasta cultura.
Mi ha fatto dono della sua amicizia, della sua attenzione, delle amabili conversazioni a cui da un po’ di anni ci abbandonavamo per telefono quando non avevamo la possibilità di incontrarci dal vivo. Negli ultimi tempi era stato ricoverato e le sue condizioni di salute non erano delle migliori. L’ultima volta avevo avvertito, ma in realtà lui stesso ne era consapevole e lo dichiarava, che era stanco e abbattuto. Pace all’anima sua e che il suo magistero possa essere di esempio a quanti amano il sapere e amano condividerlo. Vale, caro Ugo, e grazie per tutto quello che hai donato a me e a quanti amano il sapere. Un abbraccio affettuoso alla Signora ed ai suoi familiari.