“Mefitis” di Vallifuoco diventa performance live pro Ucraina
Gennaro Vallifuoco è un artista che non ha bisogno di presentazione, docente di Scenografia all’Accademia di Belle Arti di Napoli, autore del Sipario Storico del Teatro Gesualdo di Avellino, illustratore per i libri di Roberto De Simone e affermato pittore, questo vero vulcano di creatività ha racchiuso il senso della sua opera nella mostra “Mefitis” al Complesso Monumentale dell’ex Carcere Borbonico nelle sale del Museo Irpino.
Visitabile fino al 29 marzo, curata da Generoso Bruno ed Augusto Ozzella, “Mefitis” si trasformerà in performance sabato 19 marzo, alle ore 16, grazie alla presenza dei musicisti Luca Roseto al sax e Fabio Tropea alle percussioni. La sinergia tra la musica e la tela vuota permetterà a Gennaro Vallifuoco di improvvisare pittoricamente un’opera dedicata alla tragedia del popolo ucraino.
La mostra comprende 70 opere inedite, realizzate tra il 2007 e il 2022, ed è sonorizzata da un componimento sonoro ideato da Marco Messina e Sacha Ricci e basato sulle sonorità dei fuselli in legno da tombolo e sui rumori della sorgente mefitica di Rocca San Felice. A corredo della mostra c’è anche il video del Collettivo Agata.
Quest’opera unica, sarà riprodotta in 50 copie numerate e venduta, il ricavato sarà devoluto da Vallifuoco interamente alla Croce Rossa Italiana, Comitato Regionale della Campania per sostenere la raccolta fondi per l’Ucraina.
Da sempre utilizzatore di archetipi, simboli ed allegorie, Gennaro Vallifuoco ha dedicato tante opere all’eterno femminino declinato tra mitologia e contemporaneità, è questo anche il caso della Dea Mefite, adorata presso il piccolo lago che Virgilio indicava come la porta dell’Ade.
Nell’opera di Vallifuoco la terra sulfurea che circonda la solfatara della Valle d’Ansanto, il candido tombolo di Santa Paolina, legni, materiali come l’asfalto, lini e tele, smalti e foglia d’oro.