Fatebenefratelli, eri si è parlato di ‘Denervazione delle arterie renali: una nuova opzione nella cura dell’ipertensione arteriosa’
Ieri la Sala Congressi del Fatebenefratelli di Benevento ha ospiteto un interessante corso teorico-pratico sulla denervazione percutanea delle arterie renali e sul suo utilizzo nella cura dell’ipertensione arteriosa, organizzato dalla U.O.C. di Cardiologia – UTIC – Emodinamica dell’Ospedale, diretta dal Prof. Bruno Villari, che prevedrà anche l’esecuzione di casi clinici live in collegamento con la sala di Emodinamica. L’ipertensione arteriosa è una patologia che colpisce in Italia oltre il 30% della popolazione adulta e rappresenta uno dei principali fattori di rischio cardiovascolare. Nonostante l’ampia e variegata disponibilità di farmaci anti-ipertensivi, solo 1 paziente su 3 raggiunge l’ottimale controllo pressorio. Per questa tipologia di pazienti da alcuni anni è disponibile una nuova strategia terapeutica, la denervazione percutanea delle arterie renali. Questa tecnica mini-invasiva utilizza un catetere spiraliforme che, rilasciando radiofrequenze, interrompe le terminazioni nervose simpatiche delle arterie renali, iperattive nei pazienti ipertesi. Le numerose evidenze scientifiche disponibili lasciano pochi dubbi su quelli che sono i reali benefici derivanti da questa procedura; il paziente trattato, entro pochi mesi dall’intervento, riesce ad ottenere un migliore controllo della pressione arteriosa, spesso anche con l’ulteriore vantaggio di ridurre il numero di farmaci assunti e/o il dosaggio degli stessi. Questo significa ridurre innanzitutto gli effetti collaterali legati alla poli-farmacoterapia ad alte dosi, ma soprattutto abbassare notevolmente il rischio cardiovascolare del paziente. A conferma della significatività dei dati finora emersi, un Consensus Document del 2021 della European Society of Hypertension ha definito la denervazione renale terza opzione nella cura dell’ipertensione insieme a terapia farmacologica e cambiamenti nello stile di vita; da questo documento si evince che la denervazione non è più rivolta solo a pazienti con ipertensione-resistente ma, bensì, ad una platea molto più ampia comprendente anche pazienti con ipertensione arteriosa meno aggressiva. Nonostante questo, la denervazione percutanea delle arterie renali resta ancora oggi uno strumento poco conosciuto e poco utilizzato nella pratica clinica, soprattutto per la medicina territoriale; gli obiettivi che questo corso si pone sono quelli di chiarirne modalità di esecuzione e, soprattutto, ruolo nella cura dell’ipertensione arteriosa; questo permetterà anche ai Medici di Medicina Generale, molto spesso il primo presidio a cui il paziente iperteso si rivolge, di familiarizzare con questa metodica e poterla così proporre al paziente laddove lo ritenga opportuno. Il corso è stato avviato con una prima parte comprendente tre relazioni: ipertensione arteriosa resistente; stato dell’arte della denervazione renale; paziente ideale a cui proporla. Poi è stato presentato un caso live, eseguito nella sala di Emodinamica dal Dott. Bruno Petruzziello e dal Dott. Eugenio Laurenzano, di un paziente iperteso, resistente a terapia farmacologica massimale, che verrà sottoposto ad un intervento di denervazione renale, per spiegare la tecnica e le modalità di esecuzione. Infine, una tavola rotonda in cui ci si soffermati sull’identificazione delle tipologie di pazienti ipertesi da considerare candidati ideali per la denervazione renale, così da implementarne ed ottimizzarne l’utilizzo.