PUTIN E LA STORIA: due passi indietro, forse tre. Di Nicola Prebenna

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Come volevasi dimostrare: Putin è riuscito nell’intento di mettere le mani sull’Ucraina. Non potendo intervenire in maniera sconsiderata su una nazione sovrana, ha cavalcato l’onda delle zone periferiche del Donbass e Doniesk.
Le regioni di Doniesk e del Donbass
Queste sono abitate anche da popolazione che parla il russo, e qui opera, e non da ieri, un movimento separatista che aspira o aspirava all’autonomia: premessa di indipendenza e di adesione alla politica perseguita da Putin. Le due zone periferiche si sono autoproclamate repubbliche indipendenti e Putin si è ufficialmente schierato dalla loro parte. Le ha immediatamente riconosciute, attuando il piano di insediamento militare da parte dell’esercito russo.
La reazione dei paesi occidentali
L’occidente, pur consapevole delle reali intenzioni di Mosca, soprattutto gli Stati Uniti, ha le mani legate. Oltre le sanzioni non è prudente spingersi. Certamente risusciterà l’ombra della guerra fredda; l’Ucraina dovrà, obtorto collo, accettare l’amputazione delle regioni del Donbass e di Doniesk.
Conseguenze
L’occidente, la comunità internazionale si abbandoneranno a un susseguirsi di proclami, di risoluzioni che condanneranno l’operato di Putin ma che non modificheranno la condizione drammatica in cui versa l’Ucraina. Non mi pare che si abbia intenzione di marciare decisi verso soluzioni militari che potrebbero innescare una reazione a catena non più controllabile. E’ triste assistere alla devastazione, allo spopolamento, al prevalere della voce delle armi.
Avremo tutti da rimetterci, a partire dallo scommettitore Putin. Il carattere dittatoriale e dispotico del suo potere lo ha già in maniera ripetuta esibita sul piano interno, e non da ora. Sul piano internazionale, dopo l’annessione della Crimea, sogna di ritornare al tempo della grande Russia degli Zar, incarnando il re Sole, l’état c’est moi. Anzi la ragione è la mia e o fate come dico io o io lo farò lo stesso. L’antica logica illogica del lupo nei confronti dello sventurato agnellino.
Pensavamo di avere davvero a portata di mano l’età dell’oro, ma siamo ancora all’età della pietra. Che almeno sia evitata la tragedia; ai disagi ci si abitua, la tragedia non ammette sconti.