L’illusione della perfezione acceca! Di Nicola Prebenna

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L’illusione della perfezione può giocare brutti scherzi. E’ successo che su Giuseppe Conte si è abbattuta la mannaia dell’ironia e della condanna.
Secondo alcuni giornalisti non avrebbe usato correttamente il congiuntivo. Penso che Conte non abbia bisogno di difensori d’ufficio. La mia è una preoccupazione di ordine linguistico, e non solo!
La giornalista televisiva chiede a Conte: “Va d’amore e d’accordo con Luigi Di Maio?”. Conte risponde: “Lei legge i giornali? Non indulgi in queste letture fuorvianti”. Immediatamente si scatena la meraviglia, la sorpresa e l’ironia. L’impressione è che l’ex premier non abbia padroneggiato bene il congiuntivo.
A mio avviso, l’episodio merita una descrizione più realistica. Chi si è scandalizzato dell’ipotetico errore di congiuntivo, ha pensato che Conte avesse usato il verbo indulgere. Questo avrebbe richiesto il congiuntivo indulga. In realtà, a mio avviso, Conte voleva semplicemente dire: Non indugi – e qui è tutto corretto -; è sfuggita una l di troppo nella pronuncia, ma di qui a ridicolizzare l’intervistato ce ne corre. Intervenire quando si sbaglia è giusto, ma prima di condannare è bene e prudente capire cosa è successo. E’ il caso di ricordare il detto antico: Tanto rumore per nulla!