Piccoli paesi fantasmi, cronaca di una fine annunciata di Giovanni Savignano

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Denominati “comuni a rischio scomparsa” : in Italia ci sono 5.521 comuni al di sotto di 5000 abitanti, quasi il 70% del totale (circa 8000). Secondo una recente rilevazione Istat i paesi fantasma italici sarebbero circa un migliaio.
Di questi tristi tempi pandemici, come tra l’altro avviene periodicamente con le varie statistiche, si concentra l’attenzione sui tristi numeri dello spopolamento, della riduzione delle nascite, della chiusura di scuole e biblioteche, degli uffici postali, delle filiali bancarie, del ridimensionamento dei servizi e assistenza sanitaria; poi –man mano– tocca ai negozi, alle ultime attività artigianali, all’ edicole e cartolibrerie, alle caserme dei Carabinieri ridotte in numero , etc.. Il tutto avviene senza grossi clamori, quasi sottovoce, con inerzia e segni di rassegnazione: i piccoli paesi, i centri storici, i borghi, possono diventare dei fantasmi, dei luoghi archeologici, delle piccole necropoli. E’ soprattutto d’inverno che l’aspetto di dormitorio produce un’atmosfera quasi spettrale. Viene in mente Italo Calvino con “Le città invisibili”, Vito Teti con “Quel che resta nell’Italia dei paesi…” , Mauro Daltin con “La teoria dei paesi vuoti” , Luca Martinelli con “L’Italia è bella dentro” etc… C’è una porzione d ‘Italia, specie delle zone interne, che sta appassendo. Eppure parliamo di luoghi carichi di identità, storia, bellezza. Si potrebbe continuare… ma di analisi e studi ne abbiamo già abbastanza.., piuttosto occorre attivarsi per non sprecare questo patrimonio . Impegnarsi per far rivivere questi meravigliosi piccoli paesi mediante uno sviluppo sostenibile in rapporto alla valenza storica del territorio, alle reali risorse attrattive, alla disponibilità della comunità locale . Promuovere il cambiamento anche con la pratica della “progettazione partecipata” e condivisa da più soggetti possibili , sia come singole persone, sia come gruppi familiari, sia come comunità, sia dal versante degli Amministratori pubblici e di attività private. Qualcosa è stato fatto sia localmente che con qualche legge regionale in merito, ma è ancora poco.
Insomma, esiste un’Italia minore che deve lottare per non scomparire.
                                                                                      Prof. dott. Giovanni Savignano