Villamaina(AV): “Per i lumi del Vicerè”, l’ultimo libro di Nicola Trunfio in presentazione alle Terme di San Teodoro

Villamaina(AV): “Per i lumi del Vicerè”, l’ultimo libro di Nicola Trunfio in presentazione alle Terme di San Teodoro
Muovendo dal piccolo feudo di Villamaina, in Irpinia, il marchese Domenico Caracciolo scalò le vette della carriera diplomatica internazionale, divenendo ambasciatore del Regno delle due Sicilie a Torino (1753), poi a Londra (1763) ed infine a Parigi (1771).
Fu Viceré di Sicilia dal 1781 e Primo ministro (1786-1789) di Ferdinando IV di Borbone.
Intellettuale poliedrico ed esperto riformatore, ebbe legami strettissimi con i più celebri illuministi britannici e francesi: Hume, Helvetius, D’Alembert, Diderot, D’Holbach.
Fu il primo italiano ad ottenere l’affiliazione alla Royal Society, celeberrima accademia londinese fondata da Isac Newton.
La sua cultura ed il suo mecenatismo spaziavano dalle scienze naturali alla musica, passando ovviamente per la letteratura. Frequentò i musicisti Mozart, Bach, Piccinni (che fece venire alla corte di Francia) e, tra i matematici, mantenne relazioni strettissime con Lagrange, Frisi, Condorcet.
Amico di Filippo Mazzei, Vittorio Alfieri, Ferdinando Galiani e finanche del libertino Giacomo Casanova, fu intimo dei reali di Francia e molto apprezzato dai loro più illustri funzionari: Turgot e Necker.  Restò in corrispondenza con i padri costituenti dei neonati Stati Uniti americani (Adams, Jefferson e Franklin).
A Parigi il nostro fu “l’Ambasciatore dei Lumi” per la sua fama di sagace e vivacissimo conversatore nei salotti alla moda. A Palermo fu invece il “boia dell’Inquisizione”, che abolì senza tentennamenti, ed il fustigatore integerrimo della tracotanza baronale.
Rientrato a Napoli come Primo ministro, si occupò di numerose riforme, conferendo assoluta priorità alla valorizzazione del patrimonio culturale.
Madame de Staël lo definirà un uomo di “straordinaria cultura e di grandissima lepidezza”.
Domenico Caracciolo fu il primo vero Statista di un regno preunitario italiano, personaggio ben più in vista, a livello mondiale, finanche del conte di Cavour.
Come sia stato possibile che una figura di tanto elevato spessore sia rimasta relegata tra i cosiddetti “personaggi minori”, resta assolutamente un mistero.
Questo lavoro di ricerca si pone prioritariamente l’obiettivo di restituirgli quella giusta centralità che la Storia gli ha finora inspiegabilmente negato.
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