Gruppo Scafati Arancione- Gestione dei tributi ai privati, Carotenuto contesta la maggioranza consiliare di Scafati: “Decisione incoerente rispetto a quanto promesso in campagna elettorale”
“Una scoperta sensazionale è stata fatta in queste ore dall’amministrazione comunale: un cittadino su due non paga la Tari, la tariffa sui rifiuti, con ammanchi notevoli nell’ottica dell’equilibrio di bilancio. Senza peraltro considerare un anno e mezzo di restrizioni e drammi economici e familiari. Per questo motivo, la giunta comunale, ha deciso di esternalizzare la riscossione dei tributi, gettando la spugna rispetto all’internalizzazione del servizio adottato in precedenza dalla commissione straordinaria che oggi, più di ieri, fa i conti con un sotto organico cronico che conterà nei prossimi mesi soltanto poche unità all’interno dell’ufficio tributi. Ricordo, inoltre, la convenzione fatta con ex Equitalia per recuperare quelle somme che altrimenti sarebbero andate in prescrizione negli anni precedenti e che oggi pare abbia portato a risultati insoddisfacenti. Sarebbe il caso, da questo punto di vista, di conoscere un po’ qualche dato e renderli pubblici, visto il fallimento di tale politica. E’ evidente che, al netto, di tutte le oggettive difficoltà, questo dietro front deve essere analizzato sotto una duplice direttrice: quella politica e quella amministrativa”.
Così Francesco Carotenuto, segretario di Scafati Arancione, commenta il momento politico che si sta vivendo a Scafati.
“Dal punto di vista squisitamente politico si sottolinea ancora una volta l’incoerenza di quanto detto durante la campagna elettorale anche sul tema della fiscalità: dal “manifesto” per l’internalizzazione siamo passati alla realpolitik senza affrontare mai seriamente il problema dell’organico.
Dal punto di vista amministrativo è risultato un buco nell’acqua oltre alla mancata riscossione della tari, anche di tutti quei tributi mediante l’affidamento all’ex Equitalia, portando oggi una situazione ancora più critica e che non esclude una rovinosa compromissione delle casse dell’ente, ai limiti del dissesto. Prima che i vecchi vertici Acse venissero sostituiti, ricordo del business plan presentato per potenziare l’azienda comunale anche nell’ottica della riscossione tributi e non solo. Ma si è preferito fare orecchie da mercante e arrivare ad una situazione che oggi sembra apparire agli occhi tanti come l’unica scelta percorribile, ma che invece nasconde un pressappochismo di fondo. Ma questo è solo l’ultimo elemento di incoerenza. In questi due anni tanti sono i dietrofront: questione Helios, Consorzio Farmacie, Gestione in house dei tributi, pubblica illuminazione, spazi verdi, abbassamento dei tributi comunali, questione sottorganico e tante altre cose.
Ad oggi, oltre ai vari cambi di assessori, manager e consiglieri comunali trombati o surrogati, non possiamo certo parlare di efficacia ed efficienza di questa amministrazione che continua a latitare all’interno e all’esterno, sprecando tempo prezioso per questo paese tra litigi, fratture e ricerca di equilibri degni del più bravo equilibrista”.