21 marzo:” Giornata Nazionale della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”
“La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine. Spero solo che la fine della mafia non coincida con la fine dell’uomo.”
Ogni anno, il 21 marzo, primo giorno di primavera, l’Associazione Libera celebra la “Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.”
Un lungo elenco di nomi scandisce la memoria che diventa impegno quotidiano. Recitare i nomi e i cognomi come un interminabile rosario civile, per farli vivere ancora, per non farli morire mai.
Il 1° Maggio 1947, l’eccidio di Portella della Ginestra vede vittima, innocente di mafia, Giovanni Megna, un giovane contadino, ucciso dai banditi di Salvatore Giuliano nella Strage di Portella della Ginestra.
La Strage di Portella della Ginestra è universalmente riconosciuta come la prima strage politico-mafiosa dell’Italia unita. Gli esecutori materiali furono il bandito Salvatore Giuliano, un criminale e indipendentista siciliano, e i suoi uomini. La strage, senza precedenti, avvenne il 1° maggio 1947.
In occasione della Festa dei Lavoratori, Il 1° maggio del 1947, si erano riuniti circa duemila contadini provenienti da Piana degli Albanesi (allora Piana dei Greci), San Giuseppe Jato e San Cipirello per manifestare contro il latifondismo e per l’occupazione delle terre incolte. Nel ’47, le condizioni di vita del popolo erano miserrime e molti dei partecipanti alla manifestazione – come ammesso da vari sopravvissuti – si trovavano lì anche per mettere qualcosa nello stomaco, un sorso di vino, un boccone di pane con qualche carciofo, unico companatico disponibile. Proprio per questo motivo oltre alle immancabili bandiere rosse e a un nutrito gruppo di esponenti sindacali, c’erano anche tante donne, bambini e anziani. Interi nuclei familiari erano giunti a piedi, col carretto o a dorso di mulo già di prima mattina. Avrebbe dovuto tenere il discorso Girolamo Li Causi, originario di Termini Imerese e politico quotato. Impegnato in un’altra manifestazione Li causi fu sostituito dal calzolaio Giacomo Schirò, segretario della sezione socialista di San Giuseppe Jato.
Sull’improvvisato palco l’oratore aveva appena attaccato il suo discorso quando dalle vicine alture, che dominano la piana di Portella, partirono le prime raffiche di mitra. Nessuna possibilità di scampo per la folla.
A terra restano undici corpi inanimati tra cui il corpo innocente del povero contadino Giovanni Megna. Numerosi i feriti, alcuni dei quali morirono in seguito per le ferite riportate.
“La mafia trae la sua forza dalla paura che suscita”
