Il gruppo Scafati Arancione replica alle accuse degli ex amministratori coinvolti nell’inchiesta che hanno portato il Comune a essere sciolto per camorra. Il segretario Carotenuto: “La nostra è una realtà pulita. Non accettiamo patenti di moralità da chi ha fatto sprofondare Scafati nel baratro”.
“Un ex amministratore sciolto per infiltrazioni ha ancora il barbaro coraggio di tirare in ballo Scafati Arancione provando ad instillare dubbi e zone d’ombra”. Così Francesco Carotenuto, segretario di Scafati Arancione, risponde alle critiche ricevute, via Facebook, da un politico scafatese coinvolto nell’inchiesta che ha portato allo scioglimento del consiglio comunale di Scafati.
“Questa persona dovrebbe sciacquarsi la bocca quando parla di noi e delle centinaia di persone che seguono questa realtà politica. Deve farlo non solo perché patenti di moralità non ne accettiamo da chi ha fatto sprofondare questa città nel baratro della vergogna, ma perché la nostra storia parla da sola. Non ci siamo venduti né abbiamo barattato la nostra dignità e di questo ne siamo fieri ed orgogliosi perché per strada abbiamo la possibilità di guardare negli occhi la nostra gente perché persone libere e oneste.
Oggi siamo fuori dalle istituzioni ma è un sacrificio che abbiamo fatto ben volentieri perché noi abbiamo pazienza. Quella pazienza che ci consentirà un giorno di ripresentarci alla guida di questo paese e di farlo da persone libere e integre nella moralità e nell’etica.
Tacete. Questo é un consiglio. E se proprio volete parlare di noi fatelo con rispetto”.