Benevento – Monsignor Pasquale Maria Mainolfi interviene sulle imposizioni della Pandemia

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Chiesa San Gennaro

La risposta dell’operato parrocchiale rispetto alle difficoltà generate dal Covid-19

“Occorre una ‘nuova fantasia della carità’ verso Dio, il prossimo, il cosmo”

Monsignor Pasquale Maria Mainolfi, parroco chiesa San Gennaro

Il Covid- 19 ha messo a dura prova tutti noi in ogni sfera. Anche la Chiesa ha subìto, gioco forza, dei cambiamenti nel porsi ai fedeli, come da imposizioni governative, pur continuando la sua attività di Apostolato. Su quanto ha generato la pandemia sul piano religioso abbiamo chiesto al Parroco della chiesa di ‘San Gennaro’, direttore Issr (Bn) e docente di Morale e Bioetica a Bari, Monsignor Pasquale Maria Mainolfi, di fare il punto della situazione. Un modo per comprendere come reagisce la comunità in questo periodo che dura da più di un anno; quali sono le difficoltà che si incontrano nell’applicare le disposizioni governative e, come intervengono i due grandi temi, Morale e Bioetica, sul piano sociale.

In questo periodo in cui il Covid ci impone di non assembrarci, la comunità religiosa come risponde?

“La crisi del Covid ha evidenziato la realtà in cui è immersa al momento presente l’esperienza ecclesiale: da una parte, l’attenzione agli altri, il dinamismo apostolico e la creatività e, dall’altra, l’inerzia, il ripiegamento su di sé, la paura e l’immobilismo dinanzi alle nuove sfide provocate dall’emergenza sanitaria. Per molti aspetti la paura ha soverchiato la speranza. Una fede impaurita non ha retto alla sfida del momento presente e tanti si sono rintanati nella solitudine, finendo nella depressione e spegnendo progressivamente ogni fondamentale possibilità di relazione. Siamo creature fatte ‘a immagine e somiglianza di Dio’. Dio è relazione tra persone, Padre, Figlio e Spirito; Dio è dono, Dio è comunione e comunicazione, Dio non è un’isola, Dio è Famiglia Trinitaria! Infatti, l’uomo vive come tessera fondamentale e preziosa nel grande mosaico umano. La relazione, la parola, il sorriso, la stretta di mano e l’abbraccio sono manifestativi dell’identità della persona ‘in relazione’. In questo tempo di pandemia, la paura ci ha messi in diaspora e ci ha terribilmente divisi. Alcuni eroici, coraggiosi pionieri della Fede non hanno smesso nemmeno per un giorno la frequentazione della Messa e della preghiera comunitaria e questi meritano il più vivo apprezzamento perché ci hanno letteralmente edificato. Contemporaneamente, tutte le parrocchie si sono attrezzate nell’osservanza delle regole governative anche dietro la sollecitazione e la premura del nostro Arcivescovo, Felice Accrocca: distanziamento, igienizzazione, sanificazione, mascherine e Comunione sulle mani”.

Quali sono le difficoltà oggettive cui deve far fronte per continuare la sua attività di Ministro di Dio?
“Tutta la organizzazione della vita parrocchiale ha subìto una vera e propria metamorfosi: catechismo a distanza per i ragazzi di Prima Comunione, per i giovani della Cresima e per i fidanzati avviati al Matrimonio. Qui devo evidenziare la generosità e l’abnegazione di un gruppo di laici spiritualmente attenti e seriamente formati che hanno messo a disposizione la loro competenza e il loro tempo prezioso al servizio dell’Evangelizzazione. Non abbiamo mai smesso la Messa quotidiana, la Lectio biblica mensile, l’Adorazione eucaristica, incoraggiando tutti a privilegiare soprattutto la preghiera in famiglia. I social ci hanno fornito la necessaria piattaforma per poter raggiungere tutti i fratelli e le sorelle assetati di Verità e di Spiritualità. Purtroppo, abbiamo dovuto interrompere bruscamente le attività ricreative per i ragazzi e le molteplici iniziative per gli adulti svolte nel nostro Auditorium ‘San Gennaro’ dall’Associazione Arcum (Arte-Cultura-Musica), i pellegrinaggi già programmati nel Piano Pastorale e i molteplici momenti di incontro che rendono vivace, dinamica e bella la nostra famiglia parrocchiale, al fine di evitare contagi e pericoli per la salute. Poiché visitiamo mensilmente tutti gli anziani e gli ammalati, abbiamo continuato ad offrire con tutte le opportune cautele questo servizio a quelli che ce lo hanno ancora consentito”.

Le misure anti Covid-19 costringono la maggior parte dei lavoratori a casa. Questo determina un evidente problema legato al sostentamento. Quali sono le misure che pone in essere la Parrocchia?
“In occasione del Grande Giubileo del 2000, organizzammo un triennio di evangelizzazione casa per casa, condominio per condominio e infine una Missione popolare curata da quindici sacerdoti, Servi del Cuore Immacolato di Maria. Per tale evento, i giovani della Parrocchia stilarono uno ‘Status Animarum’ suddividendo l’intero territorio parrocchiale in ventuno itinerari. Ne venne fuori un prezioso strumento di orientamento e di azione pastorale. Già venti anni fa, il quadro socio-religioso appariva preoccupante perché soltanto il 17,17% della popolazione apparteneva alla fascia giovanile, il 61,78% al potenziale di lavoro e il 21,05% agli anziani. La mancanza assoluta di lavoro nel nostro territorio ha costretto la maggior parte dei nostri giovani ad un esodo senza possibilità di ritorno nella terra promessa!La popolazione costituita dagli anziani si è moltiplicata enormemente, reclamando l’assistenza di un esercito di badanti straniere che ogni domenica si riuniscono nel nostro complesso parrocchiale per momenti di spiritualità e fraternità. Le poche coppie di giovani sposi hanno manifestato l’urgenza di un asilo nido che custodisse i loro bambini. Prontamente abbiamo messo a disposizione i locali parrocchiali più belli e idonei realizzando quella che oggi si chiama ‘La culla dei sogni’, che funziona a meraviglia ed è apprezzata da tutti. La Parrocchia è già impegnata a sostenere trecento ragazzi bisognosi in Kiew (Ucraina) attraverso il gemellaggio e l’adozione a distanza, ma in questa emergenza sanitaria si sono compiuti tutti gli sforzi possibili per assicurare la solidarietà ad alcune famiglie in difficoltà: computers per la didattica a distanza, telefonini, viveri e abbigliamento. Questa è una parrocchia relativamente giovane di appena trentotto anni di storia, non ha terreni, proprietà o rendite e vive solo con l’obolo che i fedeli depongono nella questua durante la Messa. Il grande complesso parrocchiale insiste su ottomila metri quadrati e reclama considerevoli spese di gestione e manutenzione, in modo particolare per le utenze che gravano sull’Ente Morale Parrocchia, di mese in mese. È proverbialmente risaputo che i ricchi sono solitamente i meno generosi e, nonostante questo, si va avanti con gioia e tanta speranza”.

Lei è docente di Morale e Bioetica, come intervengono questi due grandi temi sul piano sociale ai tempi del Covid?
“Per ben tre volte (13 ottobre 1996, 28 maggio 2002, 9 aprile 2013) ho invitato a Benevento il mio carissimo amico, lo scienziato Antonino Zichichi, a tenere indimenticabili conferenze a folle attente di ascoltatori sul tema nodale della ‘Nuova alleanza tra Scienza e Fede’. Sono molto sensibile a quanto Keplero definisce ‘armonia cosmica’ e interdipendenza tra l’uomo e la natura. La Scienza non è nemica della Fede; essa nasce dalla capacità umile, creaturale, di porre domande rigorose a Colui che ha fatto il mondo. Precisiamolo con estrema chiarezza: il Covid non è un castigo di Dio, ma il campanello di allarme di un comportamento umano che non può più procedere irresponsabilmente. ‘La pandemia’ ha portato a galla la verità profonda – come dicono i Vescovi della Campania nel loro messaggio del 2 febbraio 2021 – che tutte le cose sono precarie e transitorie. Questa crisi può essere l’occasione per riscoprire che, nonostante tutto, c’è un punto fermo da cui ripartire e questo punto fermo è Dio. Questo è il tempo di rimettere in auge parole antiche che forse abbiamo dimenticato: la domanda sulla vita, sulla morte, sull’orizzonte ultimo della vita eterna’. Ha ragione Papa Francesco quando nella ‘Laudato si’ afferma perentoriamente che “tutto è connesso”. L’emergenza sanitaria è strettamente connessa all’emergenza sociale, ambientale e, perché no, prima di tutto spirituale. Occorre una ‘nuova fantasia della carità’ verso Dio, il prossimo, il cosmo.
La centralità dell’Eucarestia domenicale ci farà riscoprire il dono della necessaria fraternità per rimanere Chiesa di Dio col volto di famiglia che crede, spera, ama ed opera con audacia: ‘Con prudenza e coraggio creativo’. La Messa in televisione non potrà mai sostituire la partecipazione in presenza all’Eucarestia. Dobbiamo superare la paura, avendo fiducia anche nelle garanzie di sicurezza realizzate nelle nostre chiese che devono rimanere aperte: ‘la creatura, senza il Creatore, svanisce!’ (Gaudium et Spes, 36).
Credo fermamente in quanto afferma l’Apostolo San Paolo: “La scienza svanirà. L’amore non conoscerà tramonto” (I Corinzi, 13).