“Irpinia Mia meravigliosa” sono cinque i testi pubblicati dal Preside Alfonso Cuoppolo. La verde Irpinia narrata sotto vari aspetti: quello naturalistico ambientale, storico dall’epoca pre- romana, sannitica , romana, poi i castelli, le torri, gli uomini, i borghi importanti che vi hanno vissuto, quarto testo con i suoi beni immateriali, le sacre rappresentazioni , le settimane sante, poi quello dedicato, il quinto, tratta della fede e della religione popolare in Irpinia.
Ogni libro contiene un centinaia di fotografie a colori, la bibliografia da cui si è attinta è di circa duecento testi , sono acquistabili anche singolarmente.
Sottolinea Cuoppolo:” Ho amato tanto l’Irpinia, sono stato Preside a Lacedonia, Ariano Irpino, Frigento, Avellino, Mirabella Eclano, Dentecane e nei vari luoghi dove sono stato , il mio amore per la mia terra, la mia curiosità mi ha portato a vedere osservare, ammirare, alla fine rivolgo i miei ringraziamenti alle tante persone che mi hanno fatto conoscere tante particolarità “.
Sempre c’è spazio per il suo paese Gesualdo, in ogni libro.
E’ trattato sotto l’aspetto naturalistico, enogastronomico con tutti i prodotti tipici certificati a livello regionaleo nazionale, l’olio, il vino, il sedano, il pomodoro seccagno, nella trattazione della s toria del Castello, ma di tutto il suo borgo storico che è di un grande interesse, della storia dell’Angelo che “vola sulla folla”, del “Palio dell’alabarda”, la “Passione di Gesù”, manifestazioni tutte descritte nei particolari, poi si sofferma sulle tante reliquie presenti da quelle di San Luca , a Sant’Andrea, di San Fortunato con la sua storia , e ancora della permanenza in paese di Padre Pio,
E’ stato un lavoro lungo ma piacevole, sono dati riscontrabili , un lavoro di ricerca associato a tante riflessioni
Continua lo scrittore: “Adesso l’Irpinia vive un momento di agonia, di desertificazione, cerchiamo di evitare tutto ciò, ma per farlo dobbiamo credere nella nostra terra, nelle sue bellezze, nella sua grande potenzialità, nella natura, ho descritto le acque, che paradosso dissetiamo milioni di persone al giorno e a noi manca l’acqua. Perché l’Irpinia possa sopravvivere, noi dobbiamo credere in quello che abbiamo , ci sono sacre manifestazioni bellissime, disponiamo di più castelli del Trentino, crediamo nella nostra terra, non allontaniamoci”.
Conclude: “Vorrei che la mia opera si leggesse nelle scuole, i primi a non crederci sono i giovani, non devono lasciare le nostre terre, devono abbandonare l’idea che possono costruirsi altrove il proprio futuro”.