San Giorgio del Sannio (Bn) – Lockdown, il commercio registra forti cali. Gli operatori: “Gli sforzi non portano i risultati sperati”
Anche le Edicole sono in down mentre le librerie aumentano le vendite ma la chiusura nei prefestivi e festivi le penalizza
Ormai le festività natalizie sono state ufficialmente avviate ma quest’anno è un anno diverso. Nell’aria non si respira il profumo tipico del Natale, il profumo di cannella, di pino, di incenso. Le persone non hanno il desiderio di far festa. Quest’anno, il 2020, maledetto e funesto ci ha tolto la voglia di festeggiare nell’unico modo cui eravamo soliti fare. Ma ciò che non ci ha tolto è il desiderio di festeggiare la nascita del Bambin Gesù in qualunque orario si decida venga fatto nascere. In questo periodo in cui il commercio soleva essere più florido si registrano, comunque dei forti cali. Basti pensare ai commercianti, agli artigiani, alle attività ricettive, molti dei quali hanno tirato i remi in barca. Si sono arresi anche perché hanno dato fondo al piccolo fondo rimasto e non avendo alcun ristoro si sono visti costretti ad abbassare le saracinesche. Da un’indagine a campione fatta sul territorio sangiorgese è emerso che qualcuno di loro, invece, ha voluto fare un ultimo sforzo riempiendo le proprie vetrine di sfavillanti e succulenti proposte. Si tratta di un’attività ristorativa storica, gestita da Nadia Serino che, dall’alto del monumento ai caduti, ha voluto “illuminare questo periodo così buio, nel rispetto di tutto e di tutti” allestendo le proprie vetrine a festa. “E’ un modo per cercare di portare un po’ di movimento”. Ma nonostante gli sforzi che ognuno fa, in base alle proprie risorse, “i cali di introiti che sono stati registrati sono consistenti: almeno il 50%.” Altri commercianti, invece, hanno allestito di monocolore, nero, grigio, blu, il proprio negozio di abbigliamento perché, com’è noto, nei momenti di crisi, i consumatori, se così si possono definire in questa fase, preferiscono comprare un capo che possono intercambiare. Serafino Genito ha dichiarato: “Ho fatto un investimento iniziale per stimolare la vendita portando il guadagno davvero al minimo. Bisogna considerare che, avendo un’attività molto grande ho potuto puntare su varie marche”. Pertanto, il bacino di utenza cui si rivolge è molto ampio e come ha evidenziato “Posso vestire dai due anni ai 70”. Poi ha aggiunto: “Adottando già ora una scontistica consistente, il cliente si sente stimolato ad entrare e ad acquistare. Conoscendo il settore dell’abbigliamento – ha poi aggiunto – i negozi che hanno optato per un unico marchio stanno avendo grosse difficoltà. Certo il Coronavirus ha solo peggiorato una situazione già di per sé precaria e mi riferisco alle vendite on-line che ad oggi sono aumentate dato che il contatto viene eliminato ma, così facendo i piccoli negozi potranno varcare solo la soglia che porta alla chiusura”. Ma la crisi registrata a seguito delle varie chiusure imposte dal Governo centrale, regionale e da quello comunale ha minato le sorti anche delle edicole. Il titolare della struttura di viale Aldo Moro, Angelo Censullo ha dichiarato: “Ad oggi posso solo dire che le vendite sono calate di molto sia per quanto concerne i quotidiani locali che nazionali. Purtroppo la gente, costretta a casa per ordine di sicurezza, acquista on-line tutto ciò che prima veniva acquistato in forma diretta”. Un settore che, invece pare non aver subito cali è quello della cultura, nello specifico le librerie. A tal riguardo Orlando Mazzarella ha sottolineato che: “Le librerie hanno avuto un incremento in virtù del fatto che, le persone obbligate a restare in casa riescono a dedicarsi maggiormente alla lettura. Ma, quando il breve periodo di maggiore incremento stava decollando, la chiusura nei prefestivi e festivi, (imposta dal Dpcm del 3 dicembre scorso che prevede la chiusura dei negozi all’interno dei centri commerciali) ha dato, ancora una volta il colpo di grazia anche al nostro settore”. Resta da capire come si sta comportando la gente nell’ambito del settore alimentare: “I cali si sono registrati anche nel nostro settore sia nell’ambito della vendita all’ingrosso, pub, birrerie e ristoranti sia per quanto concerne la vendita al dettaglio che ha registrato un calo di oltre il 30%.- ha evidenziato Giuseppe De Lucia titolare di un panificio -. Attualmente, le persone sono più accorte a ciò che comprano diminuendo le quantità del prodotto da acquistare”. Infine, anche la datata sanitaria del territorio ha registrato un diverso modo di fare gli acquisti. Ad esempio se prima veniva acquistato un cartone di latte artificiale per neonati oggi non si arriva a prenderne la metà. In questo modo con la somma risparmiata si riesce a soddisfare altre esigenze senza prosciugare la liquidità. A quanto pare questo virus violento e subdolo non solo sta falciando vite ma, senza dare ‘respiro’ a nessuno, ha fortemente dato un consistente giro di vite a tutte le attività. Ora si può solo sperare di risalire la china attendendo, laddove previsto, il piccolo ristoro governativo. Il nostro auspicio è rivolto alla buona riuscita dei vaccini preparati ad hoc dalle grandi case farmaceutiche, sperando che possano, davvero, darci una boccata di sollievo.
Carmela Pagliuca