“Io faccio un altro lavoro, non posso far parte della cabina di regia” così il ministro per gli Affari europei Vincenzo Amendola si smarca dall’ipotesi di un suo coinvolgimento diretto nella gestione del Recovery Fund, con il premier Conte e ministri Gualtieri e Patuanelli, in una intervista esclusiva a LaChirico.it.
“In Italia tutti si candidano a tutto ma io continuerò a tenere i rapporti con Bruxelles. L’attuazione del piano sarà affidata a un soggetto attuatore, a una struttura tecnica amministrativa che dovrà rispettare i tempi, altrimenti perderemo le risorse. Il governo si gioca la sua credibilità”. Interrogato da Annalisa Chirico sul profilo dei sei super manager, se possano provenire da grandi aziende partecipate, il ministro Amendola ha dichiarato: “Non potranno essere scelti tra quelli già impegnati in ruoli importanti o addirittura in grandi aziende partecipate. I manager che guideranno le missioni saranno impegnati a tempo pieno, non si possono fare doppi lavori”.
Amendola commenta poi i complicati equilibri europei e i veti di alcuni paesi al Recovery Fund. “Se non rimuovessero il veto in vista del prossimo Consiglio europeo del 10 dicembre, Ungheria e Polonia si assumerebbero una grande responsabilità perché l’Europa andrebbe in esercizio provvisorio, essendoci anche il bilancio pluriennale da approvare. Una cooperazione rafforzata, da approvare a maggioranza, richiederebbe un trattato intergovernativo e dunque tempi troppo lunghi che non ci possiamo permettere” dichiara il Ministro.
Per quanto concerne i rapporti con gli altri paesi, sulla Cina Amendola è tranchant: “E’ un competitore, non un alleato, la nostra alleanza è transatlantica. Penso che nei rapporti commerciali con la Cina dovremmo pretendere una reciprocità che oggi non c’è. Come propose Giulio Tremonti diversi anni fa, l’Europa dovrebbe pretendere da Pechino il rispetto di global legal standard in termini di rispetto del lavoro e dell’ambiente”.
Sul presidente Trump: “Non ho mai criticato la sua politica verso la Cina ma mi auguro che con il nuovo presidente eletto Joe Biden sarà possibile creare un fronte di paesi democratici che vedano di nuovo Stati uniti ed Europa lavorare insieme”. E infine sulla Russia: “Il Covid ha accelerato tensioni e fragilità nel mondo globale ma, quando la crisi pandemica sarà alle spalle, dovremo tornare a sederci al tavolo con la Russia per trovare un accordo politico per il bene dell’Ucraina, a quel punto anche le sanzioni potranno essere rimosse” conclude.
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