Grottaminarda, viva il Festone che non c’è. Ma i grottesi si sono svegliati, lo stesso, di prima mattina per sentire le campane che suonavano a festa. Come se fosse vero.
Le luminarie, poche, in piazza, il passeggio domenicale delle famiglie che portano i bambini a passeggiare sul Corso, chiuso al traffico. Con le bancarelle di giocattoli, noccioline, lungo i bordi dei marciapiedi. La banda che, già di prima mattina, scorrazza con le sue marcette accattivanti che attirano i passanti. E c’è chi la aspetta, giornali in mano, seduto davanti al bar. Fa caldo. Ma che fa. Il Festone che non c’è è questo. I giorni dedicati ai santi patroni Tommaso, Antonio da Padova e Rocco da Montpellier, anche se già si pensa al “titolare” San Giacomo da aggiungere l’estate prossima, quando si celebrerà la 130esima edizione, questa volta sono stato anomali per via del Covid19.
Ma il Festone che non c’è, a Grottaminarda, è stato comunque prima atteso e, poi, lo stesso sentito. In tante altre occasioni si è dovuto interrompere, in qualche caso anche fermare, ma quello di quest’anno è stato più bello degli altri. Anomalo, va bene, ma vuoi mettere l’aria di festa che, ieri mattina, si respirava lungo le strade della cittadina. Anche il sindaco, Angelo Cobino, è soddisfatto. Intanto per la civiltà che hanno mostrato i cittadini. E, poi, anche per come è andata. Una udizione ridotta, la 129esima,del Festone. “Strana ma, comunque, entrata nei nostri cuori-dice il primo cittadino -. Abbiamo voluto dare un segno evidente, d’intesa con la parrocchia e il comitato, per evidenziare la continuità della nostra grande festa. La celebrazione delle Messe in piazza, con un grande palco che sembrava una cattedrale a cielo aperto. I risvolti civili che hanno fatto da contorno, la banda, le bancarelle, la corona depositata al Monumento ai Caduti “. Tutto, ovviamente, nel massimo rispetto delle ordinanze anti Coronavirus da rispettare. “Perché questo pericolo-ricorda Cobino – non lo abbiamo ancora sconfitto. Potevamo anche pensare di lasciar perdere, per quest’anno, ma non si poteva. Perché si può anche festeggiare, stando insieme a passeggiare, ad ascoltare la musica classica, essendo coscienti e, soprattutto, nella sostanza della fede “. E, intanto, ieri sera, serata conclusiva del” Festone che non c’è ” con la messa in piazza, in grande stile, con la presenza dei tre santi patroni di Grottaminarda, presieduta da vescovo di Ariano Sergio Melillo.