Gli esperti tornano a confrontarsi sul 14 settembre: c’è chi suggerisce di partire in giorni diversi, a seconda dell’andamento dei contagi
L’obiettivo di “garantire quanto prima in tutte le scuole il necessario distanziamento interpersonale” è stato ribadito nella riunione odierna del Cts. Il Comitato ha confermato in merito il parere espresso lo scorso 12 agosto, sottolineando che “la ripartenza di tutte le scuole il prossimo 14 settembre rappresenta una priorità assoluta per il Paese”. “Va chiarito anche che le preoccupazioni dei dirigenti scolastici per eventuali responsabilità non hanno motivo di esistere in base a quanto previsto dalla Legge 40 del 5 giugno 2020. Ad essi e a tutto il personale scolastico, docente e non, va anticipatamente il ringraziamento per quanto faranno con la consueta passione e professionalità per la ripresa della scuola”. Lo afferma il Comitato tecnico scientifico al termine della riunione in vista della riapertura delle scuole il 14 settembre. “Questo grande sforzo, con investimento di ingenti risorse economiche, e l’impegno di tutti gli interlocutori istituzionali, fornisce chiara evidenza di quanta attenzione si stia dedicando alla problematica della riapertura in sicurezza delle attività didattiche frontali nel Paese” aggiunge. Un ulteriore incontro è già in programma per il 29 agosto quando il Comitato tecnico scientifico si riunirà per analizzare gli indici epidemiologici con un bilancio regione per regione sulla curva dei contagi. E a quel punto valutare se in alcune specifiche zone sarà necessario continuare con la didattica a distanza, anche se l’obiettivo del governo è quello della ripresa in presenza. “Uso esteso delle mascherine” “L’orientamento del Comitato Tecnico Scientifico (Cts) è per un uso esteso delle mascherine a scuola” ha affermato il coordinatore del Cts Agostino Miozzo a SkyTg24. “Questa malattia ha imposto tre pilastri: il distanziamento, l’uso della mascherina e l’igiene. Sono indiscutibili e saranno validi per il mondo scolastico”, ha detto Miozzo. “Sopra i sei anni – ha aggiunto – sarà richiesto, in Italia come in altri Paesi, che ci imponiamo l’uso della mascherina e il distanziamento. Poi ci saranno condizioni particolari, come l’uso se c’è un ragazzo non udente in classe, l’interrogazione ,momenti del contesto locale che saranno valutati. L’indicazione però sarà: utilizziamo la mascherina perché è un importante strumento contro il virus”. “Se positivi a scuola si decide volta per volta” “E’ sicuro che ci saranno dei casi nelle scuole. Se si dovesse verificare un caso non vorrà dire chiudere le scuole, vorrà dire esaminare il contesto di volta in volta e, se necessario, mettere in quarantena una classe o l’intera scuola: questo sarà discusso di volta in volta con le autorità sanitarie locali”: ha spiegato poi Miozzo.