È di Melito Irpino e si chiama Tania Capozzi uno dei “cervelli in fuga” rientrato in Italia

È di Melito Irpino e si chiama Tania Capozzi uno dei “cervelli in fuga” rientrato in Italia

È di Melito Irpino e si chiama Tania Capozzi uno dei “cervelli in fuga” rientrato in Italia: “donne non vi arrendete, studiate, lavorate, realizzatevi; tutte possiamo farcela: Se una cosa la vuoi, una strada la trovi. Se non la vuoi, trovi una scusa.

Si è laureata all’Università di Siena in Economia e Management con 110 e lode, Tania Capozzi, iniziando cosi le sue esperienze all’estero: Lussemburgo, Germania, U.K., Brasile e Argentina per Ferrero, Australia per Lindt, ancora U.K. per Barrecore e poi Heineken Italia.

Oggi a 37 anni, Tania è una dei “cervelli in fuga” rientrati in Italia a lavorare.

Da molti anni ormai l’Italia è costretta a fronteggiare il problema dei cosiddetti “cervelli in fuga”. Il fenomeno, conosciuto anche con l’espressione Inglese “human capital flight”, consiste nell’emigrazione all’estero di giovani laureati che possiedono delle specializzazioni professionali.

Tania Capozzi, si è laureata e ha iniziato un lungo percorso professionale che oggi a 37 anni la porta ad essere un esempio di impegno e costanza per l’Irpinia, per l’Italia, per il mondo e per le donne.

Più del 75% dei Ceo afferma che il raggiungimento della piena parità di genere è tra le prime dieci priorità delle aziende. Ciò nonostante, le donne continuano a essere sotto rappresentate a ogni livello della gerarchia aziendale, come recentemente dimostrato da uno studio di McKinsey e LeanIn.org, dal quale emerge che solo il 37% delle posizioni di management e il 19% delle posizioni della C-suite è ricoperto da donne.

Tale disparità non deriva dall’incapacità delle donne di occupare posizioni di maggior responsabilità. Anzi, al contrario, Catalyst ha calcolato che le aziende Fortune 500 che vantano una presenza femminile nel direttivo registrano un indice di redditività significativamente maggiore (+53%), un fatturato più alto (+42%) e un ROI superiore del 66% rispetto alle aziende la cui leadership è tutta al maschile. A svelarci la radice di tale problematica è un recente rapporto Bersin by Deloitte che ne riconosce una matrice culturale alla base: la maggior parte delle organizzazioni semplicemente non offre un ambiente che supporti la diversità o incoraggi tutti allo stesso modo ad ambire a posizioni di responsabilità.

 

Grazie Tania per averci ricordato che se abbiamo un sogno forse vale la pena di crederci:

 “Non vi scoraggiate, se avete un sogno stringete i denti, lavoro e passione vi porteranno a realizzarlo, nulla è facile e si ottiene senza sacrificio, ma oggi io posso affermare che ne vale la pena – continua Tania – ho passato tanti anni all’estero, mi sono realizzata ma allo stesso tempo non ho condiviso tanti momenti importanti con le persone che amo, ma alla fine, loro erano lì ad aspettarmi con lo stesso amore per me di quando sono partita – conclude Tania –  i sacrifici sono stati tanti, ma ho realizzato il mio sogno, donne non vi arrendete, studiate, lavorate, realizzatevi; tutte possiamo farcela: Se una cosa la vuoi, una strada la trovi. Se non la vuoi, trovi una scusa.”