Ariano Irpino: la lettera ai giovani del Vescovo Melillo:
“Cari giovani,
Lockdown (isolamento) è la parola che ha dominato i nostri pensieri, ha infranto l’incanto del ritmo della vita, tra i banchi di scuola, tra le strade, in un tempo denso di timori. Il Lockdown ha interrotto – per indubbie ragioni – rapporti personali, incontri, amplificato fragilità, creando distanza tra le persone. Questo anno scolastico o accademico si chiude in un tempo sospeso.
Quale ne è il prezzo? La reclusione tra le pareti domestiche dietro lo schermo dello smartphone, del computer, come imprigionati in relazioni virtuali … Cari giovani guardate al futuro, rompete l’isolamento con intelligenza. Innanzitutto, siate giovani autentici.
Ma cosa significa essere giovane? Essere giovane è possedere in sé stesso una novità di spirito, coltivare la ricerca di futuro, perseverare nel prepararsi al domani. Non ignorate mai la forza irresistibile che muove il cammino, non siate prigionieri di un eterno presente ma, protagonisti nel costruire il mondo che verrà e che di fatto è già venuto: «… volgendo lo sguardo qui o all’aria sottile respirata da esseri che al pari di noi su questa sfera camminano…» (Walt Withman).
Certo, la “scuola è finita!”, ma ci sono ancora gli esami di maturità o universitari! È finita, non al suono tradizionale della campanella, né con i salti di gioia che fanno assaporare un tempo diverso di vacanze e di amori! “Camminando si apre il cammino” e si possono coltivare i sogni.
É la cosa più bella: sognare e desiderare un mondo migliore. Non accontentatevi della mediocrità, curate l’interiorità e progettate un mondo più giusto ed ospitale. La Chiesa è locanda accogliente nelle comunità che, con i parroci, accompagna le vostre sacrosante aspirazioni di studio e di lavoro. Lo indica Gesù che è venuto a portare “il fuoco” sulla terra: portare “il fuoco” è credere nella vita, senza mai arrendersi alla morte. Perché la vita possiede sempre un valore, un senso immenso, anche se misterioso. Ne è prova la relazione d’amore tra genitori e figli, capaci di amare, anche tra le onde di un mondo inquieto. Per poter cambiare le cose “mettete mano” al cuore! Puntate alla creatività: solo così si può sperare di venir fuori dai solitari rifugi che, come “tane protettive” hanno amplificato pensieri oscuri e chiusure.
La pandemia è stata anche stimolo a pensieri positivi, a solidarietà concreta: quante belle esperienze abbiamo condiviso! È tempo di “rinascimento”: alla vita di fede nelle anime, alla cultura, alla società, all’arte, alla musica, alla letteratura, alla scienza, alla pittura, allo sport, …un tempo di chiare scelte vocazionali per navigare con coraggio nel mare aperto dell’esistenza.”