Debiti fuori bilancio a San Marzano sul Sarno, “Insieme per costruire” scrive al revisore dei conti

318

«I nodi vengono al pettine sui debiti fuori bilancio. Dal Comune scarsa correttezza e trasparenza». Lo afferma Filomena Fallo, capogruppo di “Insieme per costruire”, in una lettera di reclamo indirizzata al revisore dei conti, alla segretaria comunale e al sindaco di San Marzano sul Sarno, in cui denuncia le lacune emerse nel Consiglio comunale dello scorso 15 aprile. «La prima considerazione è che la costituzione del fondo rischi per i debiti fuori bilancio provenienti da sentenze esecutive, dopo 120 giorni dalla notifica della sentenza da parte del Tribunale, deve avvenire all’atto della sua notifica al Comune. Inoltre, dopo la sentenza del Tribunale il sindaco deve ricevere dall’ufficio Avvocatura dell’Ente una relazione dove viene evidenziato l’importo eventuale da pagare, l’eventuale possibilità di transazione e infine la costituzione del fondo rischi».

Dubbi sul fatto che il fondo rischi sia stato costituito «in data 30.12.19 di pari data alla proposta dell’ufficio Avvocatura. Se si confrontano le date delle sentenze con il mastro dei residui attivi rileviamo che tali fondi rischi non erano costituiti e gli atti sono permeati da numerose anomalie e irregolarità. Di conseguenza le proposte sottoposte al Consiglio comunale in via d’urgenza sono forse state effettuate per sistemare le carte contabili del tesoriere?».

Una procedura che Fallo definisce poco corretta e trasparente. «Gli interventi del sindaco in Consiglio Comunale  quando ha proposto l’approvazione dei debiti fuori bilancio sono stati caratterizzati dalle seguenti annotazioni: “trattasi di sentenze in cui il Comune si è costituito ma è stato condannato per insidie e trabocchetti”. Analizzando i debiti rileviamo che per il numero 37, il Comune è stato condannato in contumace, cioè non si è costituito e naturalmente non si è difeso. Per il numero 39 il Comune non ha manifestato o posto in essere alcuna azione difensiva  a seguito della notificazione, facendo lievitare le spese di indennizzo, ed ha avuto lo stesso atteggiamento di inerzia quando gli è stato notificato il pignoramento presso terzi (cioè il tesoriere del Comune). Va comunque segnalato che a seguito del pignoramento il tesoriere ha pagato l’importo stabilito nella sentenza  di condanna e poi provveduto a richiedere all’ufficio del ragioniere del Comune la regolarizzazione delle carte contabili. Di questa procedura non c’è traccia nella proposta di cui il sindaco ha investito il Consiglio comunale per la sua approvazione. Anche qui insidie e trabocchetti?».

Per Fallo si tratta di scarsa conoscenza della procedura. «Desidero sottolineare che sia il precetto che il pignoramento presso terzi quando vengono notificati propongono al debitore (in questo caso al Comune) se vogliono aderire alla convenzione ai sensi dell’articolo 495 del codice civile che consente al debitore di pagare il debito con un piano di rientro che va dai 24 ai 48 mesi. Anche qui non c’è alcuna traccia di espressione di volontà del Comune. Stesso atteggiamento di inerzia per gli altri tre debiti fuori bilancio. Ma c’è anche tutta la problematica del contenzioso del Comune, che ha visto le sue casse prosciugate dai pagamenti, a titolo di memoria sottolineo che sono stati pagati per indennizzo 108.189,31 euro per il 2016, 131.797,53 euro per il 2017, 114.699,82 euro per il 2018, 154.025,85 euro per il 2019».

Sulla documentazione della pratica numero 39, «per anni il Comune si è difeso, convinto che presentando la delibera di giunta di impignorabilità delle somme indispensabili non si poteva procedere a nessun prelievo forzoso dal conto corrente del tesoriere. Nella documentazione si evince che  il Comune ancora una volta non si è presentato per difendersi. A questo punto i nodi sono venuti al pettine. In considerazione di quanto sopra, evidenzio il ritardo dell’Ente nel porre in essere gli adempimenti necessari ed invito l’amministrazione ad adottare tutte le misure e strategie idonee al miglioramento dell’azione coordinata tra i diversi uffici, e soprattutto a porre in essere un serio, attento e costante monitoraggio della posizione debitoria e delle passività potenziali. Con la presente – conclude Fallo – invito il revisore dei conti e la segretaria comunale, ognuno per proprie competenze, a porre in essere tutti gli atti che dovrebbero scaturire dalla presente osservazione».