La guerra sulla patogenesi del coronavirus: chi ha mentito?

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La guerra sulla patogenesi del coronavirus: chi ha mentito?

La guerra sulla patogenesi del coronavirus, scatena le diplomazie di mezzo mondo. L’accusa americana alla Cina, di aver deliberatamente mentito, sull’origine cinese del sars-cov 2, anzi nella fase iniziale del contagio a Wuhan, nell’ autunno scorso: città dove in laboratori sperimentali, da anni si studiano le interazioni dei coronavirus sul sistema immunitario dei pipistrelli, per un uso terapeutico, sui malati di neoplasie di origine genetica, di aver completamente depistato, dissimulando e nascondendo le proprie responsabilità. Le autorità cinesi: nella migliore tradizione maoista, hanno cercato di evitare, il proprio coinvolgimento, accusando i soldati americani, presenti nella regione dell’ Hubei, per i giochi militari, organizzati in Cina, di essere stati i vettori del contagio, volontariamente, per cinici calcoli politico-militari. La comunicazione da parte delle autorità sanitarie cinesi, all’OMS, e al resto del mondo, è arrivata ad epidemia diffusa è fuori controllo, senza trasparenza, e negando ripetutamente il permesso di ispezionare i laboratori dai quali il virus ha avuto origine. I servizi segreti occidentali, in particolare degli Stati Uniti d’America e della Gran Bretagna, hanno indicato, senza però fornire prove evidenti, che i cinesi sono stati omissivi, e colpevolmente refrattari a dare l’allarme di pandemia, che avrebbe interessato da lì a poco l’intero pianeta. L’effetto boomerang, sulla fabbrica del mondo, non si è fatto attendere, precipitando le esportazioni del Dragone, in una spirale recessiva, per la mancanza di componentistica di esclusiva produzione locale. La Cina è una superpotenza globale, che sta estendendo la sua influenza anche sul continente africano, alle prese col contagio del covid-19. Le forniture di materiale sanitario e dei dispositivi anti contagio, sono arrivati nei paesi africani maggiormente colpiti dal virus, in maniera massiva, da parte dei cinesi, bramosi di mettere le mani sulle enormi ricchezze energetiche africane, pur dovendo in patria governare il focolaio di Wuhan, con più di 50 milioni di persone confinati in casa, per tutto il periodo della quarantena. L’ Europa, invece, esce da questa prova emergenziale, divisa ed indebolita, e senza idee su cosa dovrà essere in futuro. Gli egoismi prevalgono, sulle ragioni dello stare insieme. I paesi del nord Europa, che hanno tratto giovamento dall’introduzione dell’euro, notoriamente rigoristi ed intransigenti, verso i paesi mediterranei: come l’Italia, pesantemente colpita dalla pandemia da sars-cov 2, e verso i paesi mediterranei, più fragili, per storiche ragioni strutturali ed economiche, hanno proposto pesanti vincoli, sugli aiuti economici da destinare all’ emergenza sanitaria, che sta diventando, emergenza socio-economica. L’ennesima prova della mancanza di solidarietà europea, che ha pesantemente mancato l’obiettivo, di raccogliere intorno ad una causa nobile, le esigenze comunitarie, che avrebbero dovuto consentire, ben altre politiche economiche, molto espansive e di sostegno all’economia reale, in grande

difficoltà, per la chiusura di tutte le attività produttive e commerciali. La BCE, dovrebbe, inondare di liquidità la zona euro, per sostenere la fragile ripresa del post lockdown, stampando moneta senza limiti, per sostenere famiglie ed imprese. Prova superata da noi italiani, che nel dopo quarantena abbiamo dato dimostrazione di civismo, con comportamenti virtuosi, sconosciuti in precedenza, osservando diligentemente le prescrizioni che gli esperti ci hanno raccomandato sul distanziamento sociale, e sull’uso dei dispositivi di protezione individuali. Nel tanto temuto esodo dalle regioni del nord Italia, gravemente interessate dal contagio virale, sono emersi dai controlli, predisposti dalle autorità sanitarie e di polizia, ai caselli autostradali e alle stazioni ferroviarie e, negli aeroporti, messi in atto, in particolare in Campania: porta di ingresso, verso il sud peninsulare, e verso le isole, come vi siano numerosi contagiati dal patogeno, completamente asintomatici, e anche positivi attivi, che potrebbero portare a nuove fiammate, nel sud Italia, risparmiato, per fortuna, dalla virulenza del coronavirus, che avrebbe potuto creare problemi alle fragili ed inadeguate strutture sanitarie, che avrebbero difficoltà a fronteggiare, ondate epidemiche di una certa gravità. Il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che in questi lunghi mesi di quarantena, ha più volte richiamato i cittadini campani, alla prudenza, ed a mantenere la guardia alta ed a rispettare tutte le prescrizioni suggerite dagli esperti, anche con un linguaggio colorito, ma efficace, molto satireggiato da numerosi imitatori, ma che ha raggiunto lo scopo prefissato, di evitare che la Campania diventasse un campo di battaglia, soprattutto per le zone densamente popolate, della fascia costiera. La nuova fiammata di contagi nel comune di Ariano Irpino, sta spingendo le autorità sanitarie e politiche regionali, a fare uno screening generale sui quasi 23 mila residenti, per scovare tutti gli asintomatici venuti in contatto con il focolaio del locale  ospedale sant’Ottone Frangipane, e della RSA Minerva, che hanno fatto diventare la città del tricolle, primatista regionale di contagi negli ultimi giorni. Campania Felix, questo lo slogan, che il governatore campano De Luca, presenterà, come consuntivo, del post-emergenza covid-19, agli elettori, nella prossima campagna elettorale, autunnale.