Riflessioni al tempo del Coronavirus: i bambini hanno bisogno di essere felici!

Riflessioni al tempo del Coronavirus, Federico Sasso:  i bambini hanno bisogno di essere felici! 

 

Coronavirus: proroga chiusura scuole! I vari decreti riguardano anche le abitudini e necessità dei bambini, ma di fatto nello specifico non si occupano di loro.

Quanto potranno restare chiusi in casa i bambini, specialmente piccoli, senza danno a se stessi e alle famiglie? Sono alcuni giorni che psicologi e genitori iniziano a porsi questa domanda. All’inizio dell’emergenza il dott. Raffaele Mantegazza, psicoterapeuta dell’età evolutiva, consigliò comunque di garantire un piccolo svago in sicurezza all’aperto ai bambini e ai ragazzi. Poi con la chiusura totale, ci si è affannati ed attrezzati a resistere in casa con vari psicologi o educatori a fornire la “ricetta giusta” per tutti. Bambini e ragazzi sono costretti a stare 24 ore al giorno tra le mura di casa, spesso in appartamenti molto piccoli, spesso condivisi con tanti famigliari, e questo, come hanno già evidenziato pediatri e psicologi, a lungo andare può fare molto male alla loro salute fisica e mentale. Sono molte le situazioni di disagio che un bambino può avere, emotivo e fisico. In questo periodo la cura di questo disagio ricade solo sui genitori, che hanno la responsabilità di salvaguardare tutti gli aspetti della vita dei propri figli ludica, didattica, relazionale, ecc, ma che a loro volta vivono la difficoltà dell’isolamento sociale, le problematiche economiche e lavorative.

 Certo non bastano le lezioni a distanza o le varie attività che si possono fare al chiuso in famiglia. L’OMS, l’organizzazione Mondiale della Sanità in tempi di Coronavirus consiglia: almeno mezz’ora d’attività fisica al giorno per gli adulti e un’ora per i bambini, passeggiate e giri in bicicletta a distanza di sicurezza.

Chi ci governa dovrebbe pensare anche nello specifico ai bambini. Sarebbe davvero così pericoloso se venisse concessa ai bambini una breve uscita al giorno?

Ai piccoli basta davvero poco, andare a piedi, di corsa, in bicicletta o sul monopattino, accompagnati da un genitore che garantisca il rispetto delle distanze di sicurezza, senza nessun assembramento o stazionamento in parchi-gioco o giardini. In questo modo non verrebbero a contatto con nessuno, se non con il genitore, ma potrebbero prendere un po’ di aria e uscire da casa. Agli adulti viene chiesto senso di responsabilità per non accalcarsi al supermercato o quando si mantengono le distanze nel portare fuori il cane. Lo stesso senso di responsabilità, da parte dei genitori, verrebbe usato nel portare fuori i figli.

 Le famiglie hanno a disposizione le capacità intellettive ed emotive che servono ai bambini ed i ragazzi per essere felici? Basta avere il semplice strumento tecnologico a disposizione di tutti? Ai genitori viene chiesto in questo periodo di sopperire a tutte le agenzie educative e relazionali dei propri figli, cosa in controtendenza con la società che si era precedentemente strutturata. Non deve sorprendere che negli ultimi decenni molti genitori avevano assunto un modello educativo basato nella iper-genitorialità. Si tratta di genitori che vogliono che i loro figli abbiano le conoscenze e le competenze necessarie per diventare un buon professionista, ottenere un buon lavoro e guadagnare abbastanza, nulla di più di questo. Genitori sempre disponibili ad accompagnare i propri figli in attività extrascolastiche sostitutive dello stare semplicemente insieme.

Questi genitori oggi si sono trovati spiazzati nel doversi occupare a tempo pieno dei loro figli e delle loro case, con un sovraccarico eccessivo che spesso porta ad isolarsi anche se paradossalmente costretti a stare in famiglia.

Il problema principale di questo modello sociale attuale è che aggiunge inutile pressione sui bambini, finendo per togliere loro l’infanzia e creando degli adulti emotivamente provati. Sotto pressione, la maggior parte dei bambini obbedisce e raggiunge i risultati che si aspettano i genitori, ma in ultima analisi, in questo modo si ottiene solo di limitare il loro pensiero indipendente.

I bambini hanno bisogno del loro spazio e libertà di prendere le loro proprie decisioni, sperimentare e sviluppare la loro identità e autonomia.

A questo proposito cosa deve assicurare un familiare ai bambini o ragazzi?

– Che è amato incondizionatamente e in ogni momento, non importa che problemi ci sono ora o da affrontare in futuro.

– Che è al sicuro anche in questo difficile periodo di emergenza generale.

– Che può fare “il bambino”, perdere il tempo a fantasticare e che presto tornerà a giocare con gli amici. – Che può scegliere ciò che più gli piace e presto ricominciare a perseguire le sue passioni, non importa di cosa si tratti.

– Che merita rispetto e deve rispettare i diritti degli altri. Per questo già oggi è un ometto responsabile e deve capire i limiti dei decreti attuali.

È anche essenziale che i genitori sappiano cosa fare davvero in questo momento per sentirsi più tranquilli:

 – Che ogni bambino impara secondo il proprio ritmo, non devono confondere la stimolazione che aiuta con la pressione che travolge

 – Che il fattore più influente in questo momento è che i genitori leggano ai loro figli e gli dedichino del tempo per ascoltarlo.

– Che i bambini non hanno bisogno di più giochi, ma di quella vita più semplice e spensierata, esattamente come i loro genitori.

 Per tutte queste considerazioni, riflessioni e prescrizioni, sicuramente “pesanti”, che hanno modificato la vita di tutti spaventandoci, non possiamo augurarci altro che questa reclusione necessaria, passi il prima possibile per far in modo che i bambini ed i ragazzi possano tornare nei giardini e nei parchi.