Grottaminarda- Coronavirus: “La voglia è tanta, ma prefersico restare lontano da casa e tornare quando tutto sarà finito”

Grottaminarda.”Potevo trovare qualsiasi scusa, prendere un treno e scendere giù. A casa ho la mamma che, in questo periodo, è un paziente immunodepresso a causa di trattamenti chemioterapici”. È per questo che, Gerardo Lieto, è rimasto a Bolzano, Alto Adige, fino a ieri non zona rossa ma oggi zona protetta, come tutta l’Italia, ed è rimasto lì. Dove, da un anno, lavora in una clinica convenzionata con la Asl. “Anche un raffreddore è meglio evitarlo. Intanto i pensieri si amplificano e la distanza non aiuta”. Gerardo Lieto, comunque, é tra quelli che, nei giorni scorsi, non hanno preso d’assalto treni ed aerei per venire da queste parti. Non lo ha mai pensato e la situazione del Coronavirus la sta”vivendo ogni giorno, per via delle varie restrizioni lavorative e sociali”. A Bolzano, seppure tutto questo”con molto ritardo si sta prendendo coscienza della gravità del momento. In città c’è ancora gente che si affolla”. Mentre lui, invece, sta facendo, in un centro che si occupa della riabilitazione fisica e cognitiva delle persone, turni continuati, che si doppiano perché bisogna coprire il personale in malattia e che non può rientrare dalle ferie. E quando finisce il suo, di turno, Gerardo non perde tempo e si dedica, per qualche ora, alla sua passione. Se non sta a casa:” provo a praticare corse e passeggiate all’aria aperta”. “Lo faccio perché non è vietato. Con qualche paura, in verità”. Ma la paura”è una brutta bestia. Che ti confonde, ti fa fare cose che magari non faresti mai”. “Capisco chi, quella notte , è stato preso dal panico e ha assaltato le stazioni ferroviarie in maniera sicuramente incosciente, partendo da zone ad alto rischio”. Le paure sono tante. E di varie natura. “Paura è anche quella di milioni di persone che si muovono a causa di epidemie più grandi, per le guerre. Ti fa muovere”. La nostalgia, all’uscita dal centro, gli prende. Ma la stanchezza è più forte. “Io che, qui, sono solo, e vorrei evadere, resisto. Era giusto qualche settimana fa. È ancora più giusto oggi”.
Giancarlo Vitale