Covid-19 e aziende: Conte, in videoconferenza, firma il protocollo di sicurezza

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“Sono questi gli operai italiani: uomini e donne sottoposti ad orari di lavoro lunghi ed estenuanti, con poche ferie durante l’anno, sottopagati e spesso usciti di casa per andare a lavorare e mai rientrati”

Sono sempre loro che chiedono di fermarsi, quando tutta un’Italia si ferma, dicendo: “Non si può chiudere il Paese e lasciare aperte solo le fabbriche”.
Il decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 11 marzo che fa seguito ai tanti altri dei giorni scorsi, ha messo tutto il Paese in quarantena. Nello stesso tempo, si vogliono lasciare aperte le aziende, senza tener conto che la situazione e’ cosi grave che l’unica soluzione e’ lasciare in piedi solo le attività indispensabili alla vita del Paese.

NEI GIORNI PRECEDENTI: L’APPELLO DI FRANCESCA RE DAVID, LEADER NAZIONALE DELLA FIOM-CIGL
“Si è giunti ad un punto tale di rischio che se non fermiamo la stragrande parte delle attivitĂ  produttive, avremo milioni di contagiati e migliaia di morti. I lavoratori hanno paura per se stessi e per le loro famiglie, le aziende non hanno avuto il tempo di organizzare una difesa adeguata contro il Covid-19. Scarseggiano dispositivi di protezione, a partire dalle mascherine, serve riorganizzare le aree produttive per garantire gli standard previsti dalle disposizioni sanitarie. Serve mettere in sicurezza i luoghi di lavoro, sanificare i locali, servono i dispositivi di protezione, serve dare il tempo necessario ai lavoratori di capire veramente come ci si può difendere da questo virus subdolo e spesso letale. Come Ugl , consigliamo alle Aziende e al Governo di non pensare solo al profitto, ma di guardare alla salute di tutti noi. Pertanto, chiediamo l’applicazione degli strumenti previsti dai contratti per dare modo, fino al 27 marzo, di mettere in sicurezza i luoghi di lavoro, predisponendo le azioni da noi descritte per poi ripartire, successivamente, con piĂą forza di prima e recuperare il tempo perduto.
Ma ora, pretendiamo la prescrizione di regole anche su come si deve stare nei posti di lavoro: perchĂ© gli operai non sono cittadini per ventiquattro ore meno otto. Non è tollerabile che vedano la loro vita di tutti i giorni protetta e garantita da tante norme ma , una volta superati i cancelli della fabbrica,  si trovino in una terra di nessuno”.

Francesca Re David è la leader nazionale dei metalmeccanici della Fiom-Cgil e sta vivendo probabilmente le ore piĂą difficili della sua “missione” di sindacalista.

“Nelle fabbriche italiane dilagano gli scioperi, perchĂ© gli operai si sentono figli di un dio minore, costretti a lavorare senza le tutele riconosciute a tutti gli altri cittadini. Come in trappola. Ci sono tante aziende virtuose che si stanno comportando correttamente, condividendo con i dipendenti e con i sindacati decisioni così importanti per la vita di ognuno, ma ce ne sono altrettante che procedono unilateralmente, senza rispetto” – ha affermato Re David.
Si era concluso così l’appello della Ugl, dopo una serie di scioperi: dalla Renault di San Colombano, fino all’ex Ilva di Taranto, oltre ad altre aziende che hanno fatto scelte di autotutela, sospendendo le produzioni spontaneamente come L’Erbolario: “Abbiamo sospeso l’attivitĂ  nella nostra unica sede produttiva di Lodi e in tutti i nostri punti vendita a insegna L’Erbolario sul territorio italiano, evitando, in questi ultimi, piĂą di 10mila contatti ogni giorno”.

IERI SERA L’INCONTRO IN VIDEOCONFERENZA CON IL PREMIER CONTE

Conte: “Dopo diciotto ore di un lungo e approfondito confronto, è stato finalmente siglato tra sindacati e associazioni di categoria, il protocollo di sicurezza sui luoghi di lavoro. Per il bene del Paese, per la tutela della salute di lavoratrici e lavoratori. L’Italia non si ferma”.

I PUNTI DEL PROTOCOLLO PER LE AZIENDE

  1. Informazioni
  2. ModalitĂ  di ingresso in azienda
  3. ModalitĂ  di accesso dei fornitori esterni
  4. Pulizia e sanificazione in azienda
  5. Precauzioni igieniche personali
  6. Dispositivi di protezione individuale
  7. Gestione degli spazi comuni (mensa, spogliatoi, aree fumatori, distributori di bevande e snack)
  8. Organizzazione aziendale (turnazione, trasferte e smart work)
  9. Gestione degli orari di lavoro
  10. Rimodulazione dei livelli produttivi
  11. Gestione entrata e uscita dei dipendenti
  12. Spostamenti interni, riunioni, eventi interni e formazione; gestione di una persona sintomatica in azienda
  13. Sorveglianza sanitaria, medico competente, Rls, aggiornamento del protocollo di regolamentazione.