Sant’ Angelo all’ Esca festeggia 100 anni per nonna Maria De Musis

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Sant’ Angelo all’ Esca festeggia 100 anni per nonna Maria De Musis
I miei cento anni: racconto di una vita vissuta tra lavoro e famiglia, all’ insegna di esempi di grandi donne.

La celebrazione avverrà presso la propria abitazione, sita in Sant’Angelo all’ Esca, alle ore 16:00 con la presenza del Sindaco Attilio Iannuzzo e il Parroco Ciriaco Rabattino Vozella.

Non si è nudi solo per la mancanza di vestiti, la nudità è la perdita della dignità umana, la perdita della meravigliosa virtù della purezza, così bistrattata ai nostri giorni.

Maria de Musis, nata a Sant’ Angelo all’ Esca (AV), il 31 gennaio 1920, ha raggiunto il traguardo del suo centesimo anno.

La prima di undici figli all’ epoca, proveniente da famiglie numerose così composte, dove i figli rappresentavano la sola e unica ricchezza per il sostentamento familiare.

Erano anni purtroppo difficili, dove la stragrande generazione del tempo, si vedeva impiegata nella lavorazione delle proprie terre, atte al raggiungimento di un sostegno più congruo, soprattutto economico alla riuscita di una vita alquanto dignitosa , dove la povertà dell’ epoca impediva ricchezze alternative.

La vita di questa grande e umile donna, durante il percorso scolastico del tempo “pur essendo una delle prime della classe “, l’ ha messa a dura prova, in quanto la stessa, all’epoca si è trovata nella posizione della rinuncia nel proseguimento di un titolo scolastico.

A quei tempi…. e stiamo a parlare di tempi del primo dopoguerra, allorché difficili, dovuti a carenze di organizzazioni strutturali, assopite da un alto indice di povertà , dove era doveroso l’ apporto di quel di più , alquanto dovuto da un periodo in cui la povertà faceva da padrona dove si prospettava una vita più agiata solo di sussistenza basilare, ossia di quel sostentamento di fabbisogno necessario nell’ affrontare una vita pressoché dignitosa.

Dopo aver frequentato solo la terza elementare, ha dovuto realizzare l’ interfacciarsi con la realtà del tempo e il fabbisogno familiare ….e da qui alla rinuncia delle classi successive alla terza elementare, per accudire sorelle e fratelli e minori e farsi carico delle responsabilità familiari.

Sin dalla sua tenera età, verso i 10 anni si è sempre prestata ai lavori più duri, non solo in campagna, persino lavori edili e quant’ altro, facendosi carico di enormi pesi in testa e carichi di responsabilità, non portandola a vivere una infanzia tanto dovuta e voluta, ma credo segnata da un dover crescere frettoloso fino alla perdita della propria infanzia.

Maria De Musis, ancora oggi, è conosciuta in paese, come una delle più grande lavoratrici, ma soprattutto come una donna dall’animo buono, amorevole verso la famiglia e verso il prossimo senza destare mai rancore, odio e rabbia.

Donna ospitale verso l’ intero contesto locale in cui viveva , non curandosi mai di se stessa, dedicandosi con sistematicità unica e rara verso il prossimo.

Il suo motto di vita, secondo il suo criterio e principio erano gli altri prima di lei, una delle qualità che nonostante l’avanzare degli anni non gli ha fatto perdere ancora oggi.

Contrae regolare matrimonio all’età di 27 con Eugenio Procino, vivendo il loro percorso di vita sempre con rispetto solo ed unico uomo della sua vita, fino al giorno che gli venne a mancare.

Per quei tempi, la sua età di riunirsi in matrimonio erano anni di unioni definibili avanzati, in cui
proliferavano le cosiddette “fuitine”, per scappare da quell’ educazione tanto e spesso troppo rigida che ai tempi veniva imposta.

Da quel matrimonio nacquero 5 figlie, la quale ha cresciuto ed educato sempre con parsimonia e valori che erano intrinsechi in lei fin da bambina, avendo conosciuto una cultura educativa molto rigida e la povertà di quel tempo.

Una donna messa alla dura prova della vita, affrontando e gestendo anche la nascita dei suoi
dieci nipoti, trasmettendo anche agli stessi, i sani principi della vita e il sacro dovere del diritto allo studio e al lavoro, valori necessari e primari della vita .

Alla donna, è da attribuire anche un’ ottima vena culinaria, distinguendosi persino nella sua cucina, dove vedeva doveroso e soprattutto piacevole la preparazione di pane , pasta e pizze fatta in casa in quantità eccessive e quasi maniacali , la quale preparava e distribuiva a tutto il vicinato per far assaporare le proprie delizie.

La vita, spesso, ha remato contro il destino di questa grande donna ma ha saputo sempre trasmettere pace e serenità, nn solo in famiglia anche al di fuori,
non versando e prostando mai rancore verso gli altri anzi, essendo pronta a perdonare sempre.

Maria De Musis, descritta da tutti e rappresentata come modello di vita eccepibile, da cui intere generazioni dovrebbero trarre esempio ed imitare a 360 gradi.

*È necessaria l’infelicità per capire la gioia, il dubbio per capire la verità, la morte per comprendere la vita. Perciò affronta e abbraccia la tristezza quando viene.