Il popolo cristiano, diffuso su tutto il pianeta, ricorda la nascita di Gesù. Ogni anno si rinnova la celebrazione di un evento che ha cambiato il volto della storia. Per i cristiani Gesù è il dio che decide di assumere la natura umana per elevarla a dignità superiore. Per i non cristiani, Gesù è una persona straordinaria che ha proposto un cammino nuovo per l’umanità intera. Personalmente sono un cristiano convinto, e la lezione proposta agli uomini di buona volontà e’ di grande forza innovativa. Non mancano nella storia personaggi straordinari che hanno proposto strade, percorsi, itinerari spirituali e di pensiero di notevole spessore. Gli spiriti nobili, le anime superiori, meritano tutti un posto di primissimo piano nel limbo degli eletti. Oggi desidero concentrarmi su Gesù, uomo-dio, che ereditando la tradizione ebraica, di cui era interprete e testimone, ha disvelato agli uomini nuovi orizzonti. Predicare la pace, il perdono, la solidarietà, l’amore per il Padre e per gli altri, senza distinzione, e senza badare all’interesse materiale, vuol dire aver espresso un messaggio positivo per l’umanità intera, senza discriminazioni di sorta. È per questo che forse il Natale è sentito come un momento che unisce, anche da persone di fede diversa. Il problema è che non siano pervasi da mania iconoclasta italiani che, per un malinteso e distorto principio di difesa dei diversi, propugnano sradicamento dalla tradizione e negazione dei valori comunitari, prescindendo dalle ragioni della fede, che rimane tuttavia una scelta del tutto soggettiva. Il Natale, festa dei cristiani e non solo, può e deve costituire un monito all’umanità perché la ricerca della pace, il rispetto della natura e delle persone, diventino impegno comune e senza frontiere.