Il Popolarismo in Italia: storia, idee e prospettive. Presentato da Ortensio Zecchino presidente della “BIOGEM”.
Mercoledì , 18 dicembre alle ore 18:30, sempre presso la Sala Convegni “Palazzo Portoghesi” ci sarà la presentazione sul Popolarismo in Italia.
Si tratta della quarta ed ultima tematica Fondamentali Dottrinari e Culturali delle grandi Famiglie Politiche Europee, appuntamento del ciclo di seminari di formazione e riflessione dal titolo “Popolarismo: ragioni, identità e convergenze” organizzato dall’ Associazione ” CIVITAS” come contributo al dibattito su come riaggregare l’area politica di stampo liberale popolare.
Il popolarismo è una dottrina politica centrista e cristiana democratica ideata da don Luigi Sturzo.
È stata l’ideologia basilare del Partito Popolare Italiano e successivamente della Democrazia Cristiana.
Si distingue dal cristianesimo sociale e dal Conservatorismo sociale e non è da confondere con il populismo.
All’interno del cristianesimo democratico l’uso del nome «partito popolare» è molto diffuso, tanto che il partito cristiano democratico europeo si chiama Partito Popolare Europeo.
Tuttavia in generale i popolari esistono pure in quei Paesi dove non esiste una forte componente cristiano democratica e tendono ad avere posizioni più laiche e liberali sulle tematiche sociali a differenza delle posizioni più conservatrici dei cristiano democratici e difendono posizioni comunitarie, identitarie e di autonomia nazionale rispetto all’ universalismo cattolico.
Le espressioni «popolare» o «del popolo» in questo contesto hanno due significati distinti: il primo rappresenta l’idea che i partiti cristiano democratici dovrebbero cercare di promuovere il bene di tutti i membri della società, al contrario di soggetti che promuovono il bene di un gruppo specifico, cioè di una classe;
il secondo si riferisce a una società in cui le persone vivono in armonia e dove le persone e i gruppi sono interessati alla cura gli uni degli altri.
A livello economico il popolarismo si rifà all’economia sociale di mercato derivata dalla dottrina sociale della Chiesa cattolica.
In definitiva si basa sulla cooperazione e collaborazione tra le classi sociali e non sull’antagonismo tra di esse e difendendo tanto la proprietà privata quanto lo Stato sociale.
Da ricordare la difesa della libertà economica da parte di don Sturzo ad inizio anni Cinquanta, contro lo statalismo.
Difatti i seguaci di tale teoria, specie nelle sue incarnazioni all’interno del Partito Popolare Italiano e della Democrazia Cristiana, sono stati chiamati «popolari» o più comunemente al tempo stesso «cattolici».
Il sei novembre del lontano 2000, qualcuno lo ricorderà, si celebrò l’ultimo Consiglio Nazionale del Partito popolare italiano. In quell’occasione fu proprio Ortensio Zecchino a porre sul tavolo il problema del rapporto con il Popolarismo Europeo della formazione, La Margherita, che di lì a poco sarebbe nata.
Al netto delle legittime perplessità sull’opportunità di andare a sinistra, Zecchino, che del Partito popolare era stato segretario nazionale, si disse pronto, in nome e per conto dei tanti che si ritrovavano dietro la sua leadership, ad accompagnare la nascita del nuovo soggetto che di lì a breve avrebbe preso vita a patto e condizione che si fosse mantenuto un legame diretto ed ineludibile con il Partito Popolare Europeo, che, con tutte le sue contraddizioni, per Zecchino rappresentava l’alveo necessario a cui aggrappare quel nuovo percorso in funzione di un futuro che prima o poi sarebbe arrivato.
Prosegue con l’intervista ad Ortensio Zecchino sul Popolarismo in Italia, il ciclo di incontro “Popolarismo: ragioni, identità e convergenze”.
La discussione spazierà dalle origini del Popolarismo ad una rilettura attuale del pensiero sturziano, passando per la Democrazia Cristiana ed il Partito Popolare del 1994.
Norma Bravoco
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