“CIVITAS”: Presentazione Conferenza del Ciclo “I Fondamenti dottrinari e culturali delle grandi famiglie politiche europee” dedicata al Conservatorismo.
Trattasi della terza presentazione, sempre presso la Sala Convegni di Palazzo Portoghesi a Grottaminarda, lunedì 09 dicembre alle ore 18:30.
Il relatore sarà il dottore Francesco Giubilei, intellettuale ed editore, spesso intervistato sulle reti nazionali su argomenti di attualità politica.
Dopo l’ appuntamento, dedicato al Liberalismo, grazie all’ intervento del Professore Gaetano Pecora“, (docente di “Storia delle dottrine politiche” presso il Dipartimento di Scienze Politiche della LUISS e docente dell’università del Sannio.
Il liberismo, trattasi di una corrente derivante da uno sviluppo del liberalismo classico, avvenuto nel tardo Ottocento e che si è aperto ad alcuni principi della cultura socialdemocratica, per influsso del pensiero keynesiano, è la continuazione ideale del radicalismo ottocentesco e rappresenta la sinistra del movimento liberale e ideologicamente è di centro-sinistra.
Tra i suoi saggi, ricordiamo:
Uomini della democrazia, con prefazione di N. Bobbio (1987, 2007);
Il pensiero politico di Hans Kelsen (1995, tradotto in Brasile nel 2015);
Il liberalismo anomalo di Friedrich August von Hayek (2002, tradotto in inglese nel 2015).
Per i tipi della Donzelli, ha pubblicato Socialismo come libertà.
La storia lunga di Gaetano Salvemini (2012), vincitore del Premio Giacomo Matteotti e la scuola laica.
Gaetano Salvemini contro i clericali (2015).
Nel 1947, quasi alla fine della sua vita, Gaetano Salvemini annotava così nel suo diario: “Ormai credo solo nel Critone e nel Discorso della Montagna.
Questo è il mio socialismo e me lo tengo inespresso nel mio pensiero, perché ad esprimerlo mi pare di profanarlo”.
Diceva la verità certo, ma non tutta la verità.
Salvemini rifiutò sempre di irrigidire il suo pensiero in sistemi ideologici compiuti e definitivi, tuttavia alcuni motivi della dottrina socialista non smisero mai di risuonarvi dentro.
Il socialismo di Salvemini non fu cosa effimera, di breve durata, un’infatuazione giovanile, insomma.
Contrariamente a un filone interpretativo di copiosissima vena, Gaetano Pecora contesta infatti la tesi secondo cui la storia della vita di Salvemini sarebbe divisa in due fasi: prima, il socialismo della giovinezza, poi qualcosa di diverso: (il liberismo per alcuni, la democrazia radicale per altri), non di distacco netto, non di censura si tratta, perché nel temperamento di Salvemini l’idea socialista lampeggia, se pur a tratti, fino all’ultimo.
Nonostante confluendo con coerenza nei modi e nelle idee dell’età adulta, spesso, contaminandosi con verità nate sotto cieli diversi e acquisite in momenti successivi.
Da qui l’indole contrastata di un maestro ricchissimo di insegnamenti, che tutta via proprio per l’ampio raggio dei suoi pensieri sfugge alla presa di definizioni troppo perentorie e, nel caso del socialismo, sempre un po’ frettolosamente riduttive.
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