Firmato il protocollo d’intesa tra 40 comuni e Regione sulla ZES, tra cui Sturno

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Protocollo di Intesa finalizzato a favorire l’adozione e la realizzazione di interventi utili al rafforzamento della competitività del sistema economico.

Firmato ieri il protocollo d’intesa tra Regione, Asi di Avellino e 40 comuni, che hanno aderito, tra cui Sturno.

Protocollo di Intesa finalizzato a favorire l’adozione e la realizzazione di interventi utili al rafforzamento della competitività del sistema economico dei Comuni interessati ed in particolare di determinate aree industriali e determinati PIP (Piani di Insediamento Produttivo).

Protocollo sottoscritto nella Cavea Teatrale di Venticano.

Quaranta i Comuni che hanno aderito all’iniziativa: Avellino, Altavilla Irpina, Ariano Irpino, Atripalda, Bonito, Calabritto, Calitri, Capriglia Irpina, Cervinara, Contrada, Conza della Campania, Flumeri, Frigento, Grottaminarda, Grottolella, Lacedonia, Lioni, Luogosano, Manocalzati, Melito Irpino, Mercogliano, Mirabella Eclano, Montefalcione, Montefredane, Morra De Sanctis, Gesualdo, Nusco, Pietradefusi, Prata Principato Ultra, Pratola Serra, Rotondi, San Mango sul Calore, San Martino Valle Caudina, Sant’Angelo dei Lombardi, Serino, Solofra, Sturno, Torre le Nocelle, Venticano, Villamaina.

“È un grande passo in avanti – dichiara il Sindaco di Sturno, Vito Di Leo – per quanto riguarda la possibilità di attrarre investimenti nelle nostre zone industriali.
Le aziende che si insedieranno nelle zone ZES, avranno dei benefici, non pagheranno contributi per dieci anni e creeranno investimenti e posti di lavoro.
Noi, con questo protocollo d’intesa – continua Vito Di Leo – abbiamo chiesto alla Regione, anche per le nostre zone industriali, quindi per il PIP di Sturno, Frigento, di Flumeri e di tutti i 40 comuni che ieri hanno firmato il protocollo, di avere delle agevolazioni per pratiche amministrative e anche qualche beneficio dal punto di vista contributivo, laddove è possibile averlo.
Un passo in avanti per quanto riguarda le nostre aree industriali con l’intento di riportare qualche azienda, posti li lavoro e fermare questa emorragia di giovani che vanno via in cerca di un futuro lavorativo”.