A meno di 24 ore delle decisioni del presidente
Ho approfittato della perturbazione metereologica per esprimere quella interiore che mi sta provocando ansia dopo aver ascoltato per ore vari format politici. Ho voluto cosi sintetizzare ciò che il mio pensiero di libero pensatore ha partorito. Vorrei che anche voi come me raccoglieste i sassolini e li disponete uno dietro l’altro, ad ogni sassolino assegnate un vostro pensiero relativo alle frasi fatte e sopratutto non dette da questa bizzarra classe politica, poi cercate di farne un filo logico che vi porti ad una analisi compiuta.
Maurizio Compagnone – Un nuovo giacobinismo è all’orizzonte
Fascismo italiano e il nazismo tedesco sono radicate non solo in ideologia, ma ciò che è peggio, nella loro cultura, e quando il male è radicato nella trasmissione culturale è molto difficile da sradicare, ciò che viene allattato è molto laborioso da scardinare. Abbiamo voluto sovvertire l’immaginario collettivo, la psicologia delle masse, il maneggiare con dogmi assoluti, totalitari, decisioni personali per il bene della propaganda collettiva e segregazionale. Chi era ebreo, zingaro e non di razza ariana meritava la morte perché è considerato dalla popolazione come uno spreco, un bacillo, una piaga, un parassita che corrode la purezza ariana superiore del popolo tedesco, inquina il sangue e l’elisir degli dei tedeschi. La loro ideologia era alimentata dal darwinismo, il concetto di selezione naturale in cui il più forte e il migliore e sopravvive, dove in quella selezione naturale sopravvivono solo i migliori, la razza ariana superiore. L’individualismo è ripudiato, il concetto di razza è esacerbato e la massificazione degli individui è adorato, dove tra loro l’unico che ha il diritto di distinguersi e di decidere quale unico Dio supremo è il Führer.
Mussolini e Hitler sono figure che nascono dalle classi popolari prive di esperienza politica, o culti religiosi. La loro vocazione politica proviene dalla strada a diretto contatto con le masse, hanno l’abilità di scaldare le masse con le loro arringhe demagogiche. Hitler che ammirava il Duce si reca in Italia per imparare da lui la tecnica di come infatuare le masse popolari, un metodo che in seguito sarà adottato anche dal regime militare in Argentina, un’eredità che ancora oggi viene emulata dai suoi seguaci ogni volta che corrono per una competizione elettorale. Quali sono quei messaggi che ancora oggi fanno presa sulle masse? Riti collettivi, celebrazione di massa delle feste nazionali, regali ai figli degli operai, discorsi interminabili privi di significato, ripetizione cacofonica dei stessi concetti ripetuti con sfaccettature diverse, un lavaggio del cervello, ogni frase è studiata come pure il tono di voce per strappare l’applauso. Hitler parlava per ore alla radio con lunghi sermoni in cui elogiava la grandezza della Grande Germania, il pericolo comunista, e l’importanza della ripresa industriale per far rivivere alla Germania quel periodo opulento vissuto sotto il Kaiser Guglielmo durante il 2° Reich. La tattica di lunghi sermoni Hitler l’ha appresa da Mussolini che era solito intrattenere le masse per ore in Piazza Venezia a Roma, Hitler faceva lo stesso nello stadio Zeppelin di Norimberga, anche se non aveva la facilità di linguaggio di Mussolini. La stessa tattica di persuasione è stata adottata anche da Peron in Argentina in Plaza de Mayo. La capacità dei 3 leader è quella di aver trasformato il nazionalismo in una demagogia e in una religione civile. È una nuova forma di estetica politica, che attraverso il grande spettacolo ne oscura la visione e la percezione, più è scintillante e più acceca le masse, rendendo fumogeno il disegno sovranista, che lascia credere che questo modo di agire sia un discendente diretto dello stile politico giacobino. Proseguire verso questa direzione sovranista e populista che pone particolare attenzione alla virilità, la bellezza, la gioventù massificherà la politica nel senso alto. Ma per far risaltare questi valori culturali bisogna far emergere quei cavalli del fascinazismo, rom, omosessuali, migranti che intaccano la purezza della razza. I liberi pensatori, gli intellettuali, che hanno il dono del pensiero e non coltivano il proprio corpo sono un pericolo per l’etica guerriera dell’uomo sovranista e populista con reminiscenze fascionaziste. Queste classi rom, omosessuali e migranti, personificano questi aspetti negativi sono solo parassiti per una società produttiva. Anche la legge dell’Eutanasia voluta fortemente da questo governo bisogna leggerla in quest’ottica. È una legge che Hitler volle per eliminare i depressi, gli schizofrenici, gli omosessuali e poi per la soluzione finale per eliminare gli ebrei e tutti i loro discendenti. Ma anche Hitler per la soluzione finale prese a modello il Gulag russo istituito da Stalin il 25 aprile 1930 e sciolto il 13 gennaio 1960. Nasce come un campo di lavoro di rieducazione per politici, scrittori, dissidenti del regime totalitario di Stalin. GULAG è l’acronimo della direzione generale dei campi di lavoro. Nel 1970 fu assegnato il premio Nobel per la letteratura allo scrittore russo Alexander Solzhenitsyn, che il Gulag lo visse in prima persona per essere stato recluso tra il 1945 e il 1956. Ma siamo convinti che l’Olocausto nasca con Stalin? Secondo me no, tutti inizia nel 1789 con i metodi giacobini durante la rivoluzione francese del 1789. Nel 1793 i giacobini attuarono il massacro di Vandea, una regione situata nel nord-est della Francia. Il primo massacro di massa in Europa per mano di fanatici e assassini, per odio razziale, culturale, religioso e morale. La strage di Vandea fu uno sterminio realizzato dai fan della Rivoluzione francese, una macellazione di esseri umani. Come la Rivoluzione francese che ha portato alla ghigliottina re Luigi XVII e la sua famiglia, questo stile di annientamento, la macellazione e la distruzione in futuro diventa il modello messo in atto prima da Stalin e poi dai nazisti durante il regime totalitario che durò 12 anni, sfortunatamente, non ha impedito la negazione della Shoah dei nuovi antisemiti. La triste storia dell’umanità dirà allora Primo Levi “chi rinnegherà Auschwitz sarebbe disposto a rifarlo”. Premonizione, avvertimento, o semplice riflessione. Dobbiamo essere vigili, non addormentarci nella nostra negazione o nel comfort quotidiano. Il creatore del male è sempre alla ricerca di nuovi modelli mascherati, ma spero che questa volta, mi sbagli, anche se vedo tanti piccoli sassolini, sono convinto che quell’epoca sta tornando non più circoscritta ma globalizzata. Se siamo scaltri attenti ai fenomeni sociali che ci circondano, non ci faremo prendere alla sprovvista. È ora di finirla di pensare che a me non tocca perchè quando accadrà per noi sarà troppo tardi. Il nazionalismo moderno o sovranismo, è costruito sugli ideali della Rivoluzione francese, con tutti i suoi pericoli. Il nazismo sosteneva l’ideale di romanticismo, che vuole che i suoi seguaci rimangono in uno stato di innocenza, di illusoria purezza, in cui gli uomini dovevano essere contadini o militari e le donne solo madri e casalinghe, ma la condizione fondamentale era quella di essere privati della conoscenza, per evitare che gli ordini del capo possono essere messi in discussione, affinché ciò avvenga devono essere profondamente ignoranti. Da questo ne derivò il rogo dei libri, voluto nel 1933 dalle autorità della Germania nazista. I libri dati alle fiamme erano per lo più di autori ebrei. Il rogo fu accompagnato dalle grida di Goebbels che disse che l’era dell’intellettualismo ebraico è ormai concluso e il trionfo della rivoluzione tedesca va verso lo spirito tedesco. I nazisti temevano la cultura. La Germania insinuava la nascita del nuovo uomo che doveva essere di razza ariana, biondo, virile, occhi chiari, per questo gli ebrei non rientravano in questa casistica, gli ebrei sono uomini e donne di cultura, intellettuali che inquinavano la purezza della razza ariana. Questo periodo buio, anche se in forma diversa lo riscontro ai giorni nostri, non vengono dati al rogo i libri, si fanno i selfie con i libri capovolto, ma si taglia il bilancio alla formazione alla cultura alla ricerca, per destinarli a capitoli superflui come difesa e interni. Anche i media si adeguano a questa politica che non rende l’uomo pensatore.
Maurizio Compagnone
Opinionista Libero Pensatore