Il fiume chiede aiuto. Non ne può più. Come i tanti cittadini che si sono stancati a vedere che, alle sue spalle, si sta consumando uno dei più grandi degradi ambientali della nostra penisola.
Dopo le foto, che parlano chiaro e testimoniano che adesso è proprio ora di intervenire e di chiarire le responsabilità , prima che sia troppo tardi, se non lo è già, eccone altre. Non meno terribili di quelle precedenti.
Mentre il colore nero dell’acqua del fiume non è cambiato, ed è rimasto lo stesso, nelle ultime ore è sulle sponde dell’Ufita che si consuma lo scempio. Ma è inarrestabile, cosa di tutti i giorni.
Contenitori vuoti di liquidi imprecisati che dovrebbero essere esaminati, gomme di auto e camion, sparsi lungo il terreno. Inciviltà allo stato puro.
Intanto, il Comitato per la tutela del territorio ha consegnato alle autorità competenti una denuncia dettagliata, corredata da fotografie e altro.
Anselmo La Manna, in una delle sue ricognizioni sul fiume Ufita, ha anche prelevato pesci morti, alghe e pietre che hanno perso il colore originale per diventare di quello del materiale che si usa per gli idrocarburi.
E qualche giorno fa, sempre lungo il fiume Ufita, sono state ritrovate venti lastroni di eternit.
Il fiume Ufita sembra gridare :”Fate presto”.
Giancarlo Vitale