La mano dei clan dietro l’omicidio Autuori. All’alba il Blitz dei Carabinieri di Battipaglia che ha eseguito arresti e perquisizioni dietro ordinanza del GIP di Salerno.
Salerno – Dalle prime ore della mattina, i militari della Compagnia Carabinieri di Battipaglia hanno fermato nel corso di una maxi operazione le figure apicali dei clan committenti dell’omicidio Autuori. Una serie di arresti e perquisizioni, anche in altre città d’Italia, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP di Salerno su richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia. L’accusa per tutti è di omicidio aggravato dal metodo mafioso.
I particolari dell’operazione sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta stamane alle ore 10.30 odierne presso la Procura della Repubblica di Salerno.
Si è giunti a una svolta decisiva per le indagini per l’omicidio di Aldo Autuori avvenuto il 25 agosto del 2015 a Pontecagnano Faiano, nel salernitano. Il movente del delitto è da ricercare nella lotta per il controllo del settore dei trasporti. Secondo il quadro tracciato dalle indagini, i mandanti hanno decretato la morte dell’uomo per mantenere il predominio del controllo di trasporto su gomma da parte del clan Pecoraro-Renna. Dopo la scarcerazione Autuori, aveva tentato di reinserirsi nell’attività senza “rispettare” la posizione di predominio ormai raggiunta dagli altri, divenendo d’intralcio sul territorio per il clan con le sue attività. L’assassinio dell’uomo, per mano di due sicari, è avvenuto la sera del 25 agosto 2015 in centro a Pontecagnano alle 20.30, in una piazza piena di gente. I killer hanno esploso 9 colti di pistola freddando Autuori che ha cercato inutilmente di fuggire in un vicolo.
Arresti e perquisizioni a raffica stamane. I Carabinieri della Compagnia di Battipaglia hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Salerno, su richiesta di questa Procura Distrettuale Antimafia, nei confronti di cinque indagati: Mogavero Francesco (cl.’79), Bisogni Enrico (cl. ’68), Di Martino Luigi, detto “il profeta” (cl. 61), Mallardo Francesco (cl. 51) e Cecere Stefano (cl. 72). I primi quatto già erano detenuti per altro; il quinto, unico libero, era di fatto irreperibile fino al suo rintraccio e arresto, che ha richiesto un particolare e costante impegno della PG delegata all’esecuzione. I cinque sono indagati per l’omicidio aggravato dal metodo e dalle finalità mafiose.
Le indagini, coordinate dalla DDA di Salerno, hanno permesso di individuare nel Mogavero Francesco e nel Bisogni Enrico, ai vertici del clan Pecoraro-Renna, operante nella Piana del Sele, quali soggetti i mandanti dell’omicidio e nei restanti tre gli organizzatori dell’agguato mortale. Fondamentali, ai fini della ricostruzione del grave quadro indiziario, sono state le informazioni e le fonti di prova tempestivamente trasmesse dalla Procura Distrettuale Antimafia di Napoli. Dalle indagini è emerso un legame tra i clan al fine di incrementare e consolidare il controllo sui rispettivi territori di competenza, scambiandosi reciproci favori. In particolar modo tra Mogavero e Bisogni con Di Martino Luigi (esponente di spicco del “clan Cesarano”), tanto da consentire loro di chiedergli aiuto per l’esecuzione dell’omicidio. Quest’ultimo a sua volta, si rivolgeva, per il tramite di Cecere Stefano fino a ieri libero, a Mallardo Francesco, capo dell’omonimo clan, e ai şicari di quel gruppo.